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mercoledì 11 gennaio 2012

Tracce


Le tue impronte come i passi di un gatto sul mio corpo, i segni circolari dei tuoi polpastrelli là dove hanno stretto i miei seni, i graffi dove le tue unghie hanno solcato lasciando lunghe striature sulla schiena, rivoli rossastri dal collo fino alle mie natiche, segnando il percorso delle tue mani. I tuoi canini dove hanno inciso una mezzaluna bluastra sul collo bianco.

Oggi sono affiorati prepotentemente, come fossero la prova tangibile della tua presenza, una mappatura del tuo passaggio a fissare sulla mia pelle come sulla lastra della memoria ogni momento. Hai detto che ho voluto tu divorassi la mia carne, che te l'ho chiesto, implorato con il mio corpo, senza parlare. Che la mia voce poi ti diceva di fermarti ma con i gesti era come se ti incitassi a proseguire, ad andare oltre al mio dolore. Non me ne sono accorta, ero come presa da un delirio... ho parlato? Tu stavi zitto invece, lasciando come sempre che le tue mani esprimessero quello che non dici.

Ed oggi... oggi ogni segno mi parla di te, questa stanza, questo letto mi parlano di te. I flute sui comodini di una mezzanotte che ci ha colti di sorpresa, distratti. Il tuo odore sul cuscino, sulle lenzuola. Prima che te ne andassi ho sprofondato il naso sul tuo collo e ho aspirato forte per imprimermelo definitivamente nella mente. Come quei cani a cui si da un indumento, un oggetto appartenuto a qualcuno e poi riescono a ritrovare quella traccia, il percorso della persona scomparsa. Ho memorizzato l'odore e il sapore della tua pelle, un'esalazione forte, muschiata. Ora mi basta evocarla e riesco a riprodurla, a ritenere quella traccia mentale di te. E so che ti ritroverò.

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