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Friends- Le vostre dediche e racconti

Miele di mandorla

Accarezzo lieve la schiena candida. Sei chiara come il latte. La mano dirige se stessa seguendo lo spartito delle vertebre. Piano,  ruota e si rigira palmo e dorso e ancora unghie a tracciare solchi di me. Un timido bacio, il naso strofinato sul tuo odore. La massa scomposta dei capelli a solleticarmi le ciglia. Mi ci perdo dentro e chiudo gli occhi.
Sopra di te a smarrire la mia immagine nelle pozze liquide dei tuoi pensieri, baciami. Baciami? Si baciami e ancora. O forse non e stato cosi, forse sono state le labbra a scegliere e a farlo. Stupore. Quanto stupore e quanta tenerezza. Bacio di donna per una donna. Miele di mandorla. Il capezzoli duri e puntiti e la lingua che lambisce . Temo di farti male, temo tu mi fermi. Baciami, e fallo ancora. Non so cosa fare sei donna come me ma il richiamo del sesso pulsa eccitato. Bacio e mi bagno. Mi baci e tocco nettare di mandorla a scendere su me. Sei morbida, paffuta e le grandi labbra proteggono lo stesso centro del mio piacere. E so, lo so non l'intuisco dove toccarti. Piccola mandorla al centro del mondo, inizio a ruotare un dito appena sulla cima della tua essenza. Gi occhi si annacquano e un gemito caldo sfugge dalla gola. Come sei bella adesso! Ma gli uomini cosi ci vedono mentre ci perdiamo nel nostro piacere? O sono io a saperlo riconoscere in te? Voglio toccarti dentro, mentre ti bacio. I seni si sfiorano, capezzoli intenti a scaramucce appuntite ed io sulla soglia. Un dito. Sorpresa. La bocca si apre, la mia e la tua. Sono dentro di te, e sento che sei carne viva, materia pulsante di vita e eccitazione. Nettare di mandorla.
Baciami ancora. Due dita adesso, due dita e verso l'alto ad accarezzarti il monte di Venere dal lato nascosto. La bocca scende su te. Voglio bere. Voglio assaporare una donna da donna. Riconosco l'odore del branco. Il marchio di noi femmine. Sai di muschio e di mare di vette e discese, di spuma e di roccia. Sai quasi di me. La lingua sfugge al mio controllo. Sembra funzionare sola, come quella dei gattini che leccano se stessi sulla zampetta pelosa. Lecco in circoli leggeri e sento sulla punta il clitoride indurirsi ad ogni passaggio. Sei la mia zampina di gatto e il miele di mandorla sa di me. Le dita si muovono in un ritmo lento e velocemente ipnotico. A volte me ne dimentico. Restano avvoltolate nella bambagia del tuo corpo e mi dimentico di loro. Sono una donna, perdonami. Mi risveglio dal torpore del sapore che ho in bocca e le dita adesso si muovono e inizi a roteare i fianchi. I gemiti aumentano di intensita. Oddio sto per far godere una donna, me stessa. La lingua preme e ... e le dita scandiscono veloci la tua fine. Schiacciata tra le cosce. Un abbraccio di carne e vibrazioni che mi stordiscono. Non so che fare adesso. Se sei come me adesso sei sola con te stessa, e levo dita e lingua. Risalgo piano per accarezzarti il viso sorridente.
Baciami. Baciami? Si e ancora. L'amore di una donna per una donna. Nettare di mandorle per una sera, e nulla più.

Lampone 6/6/2011




Fantasie al 100%


In questo momento ho sentito il bisogno di staccarmi un attimo dal lavoro, sto leggendo il Testo Unico della tutela della salute e sicurezza sul lavoro e vi assicuro che è piombo colato, la mia mente torna a fantasticare su come vorrei essere ora, seduta sul divano a casa mia a prendere il tea magari con Stuarda e Vuerre, io sul divano e loro sulle poltrone chiacchierando del più e del meno. Io indosso solo uno scamiciato, sono a piedi scalzi e sotto non porto nulla, e mentre si spettegolezza inizio a toccarmi davanti a loro, le mie amiche non fanno una piega, guardano le mie gambe aprirsi e le mie grandi labbra coccolate dalle mie dita fare capolino, il discorso continua serenamente come se nulla fosse.

Sul centrotavola di cristallo c’è una varietà di vibratori, sono sempre lì a portata di mano perché il mio gioco spesso lo svolgo sul sofà, io parlo con loro e ogni tanto un gemito si infila tra le mie parole.

“Scusatemi… è che inizio a sentire qualcosa” dico alle amiche

“Figurati Chiara” risponde Stuarda sorridendo

“Mi hai fatto venire voglia Chiara” dice Vuerre di rimando

“Serviti pure” le dico indicando i vibratori sul tavolino.

Lei li squadra poi ne sceglie uno con attenzione, lo accende e per liberarsi le mani lo tiene in bocca. Con le mani libere poi si sbottona la camicia e libera i suoi seni prosperosi dal reggi, sono belli, i capezzoli ben pronunciati, prende il vibro e inizia a stuzzicarsi le tettone tenendone una sul palmo della mano, intanto continuiamo a dialogare.

I gemiti intanto vanno moltiplicandosi ma non interferiscono minimamente, sono parte integrante delle nostre parole.

Stuarda sorseggiando il te ci osserva compiaciuta.

“Alternati Vuerre, non fare tutto su un seno solo” dice Stuarda all’amica.

“Pensa alla tua figa invece di dirmi quello che devo fare” le risponde sfottendola.

Io sempre sul divano ascolto i loro intrallazzi e invito Stuarda a mettersi vicino a me, le mie grandi labbra sono un sogno così bagnate.

Stuarda si sieda accanto me e io le dico di mettersi comoda, coricata. Lei obbedisce, io scendo dal divano e mi metto in ginocchio ai suoi piedi, la faccio mettere supina e le tiro su la gonna, lei mi viene incontro alzando il bacino dal sofà.

Il suo culo adesso è scoperto, porta solo un perizoma nero, Vuerre lo guarda e nota i suoi glutei arrossati, strisce rosse e rigonfie vanno ad incrociarsi sul suo culo tondo.

“Hai fatto un gioco serio vedo” dice l’amica a Stuarda, lei conferma silenziosamente con un sorriso.

Io sempre in ginocchio per terra le scosto il perizoma per liberare le labbra, Stuarda fa scivolare una gamba per terra per poter divaricare le cosce, la sua figa è completamente rasata, carnosa, le labbra si sovrappongono, con la mano destra inizio a masturbarla, la sua vulva diventa viscida e le dita scorrono meravigliosamente, ho sempre trovato eccitante masturbare una mia simile, farla godere con le mie mani, e poi ho sempre avuto un punto debole per lei perché è una delle donne più affascinanti che conosco.

L’altra mia mano libera continua invece ad esplorare le mie fessure, a titillare il clito sensibile.

Sto dando di spalle a Vuerre, mi giro e la vedo a trafficare con il vibro nella sua vagina versatile, i suoi seni pendono superbamente, dio che belli.

Stuarda e con la testa girata verso di me sul bracciolo del sofà, parla con gli occhi chiusi, vedo che apprezza i miei giochi, di tanto in tanto mi dona un lungo sospiro.

Devo purtroppo interrompere le mie fantasie perché il telefono mi perseguita, il responsabile mi sollecita i documenti da firmare… mi dispiace non portare a termine il mio racconto… fate voi il resto con le vostre fantasie.

Stuarda, Vuerre… perdonatemi se vi ho coinvolte ma spesso spaziate nella mia mente, chissà… un giorno potrebbe diventare tutto realtà.

Chiara


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Una visione

Questa sera dopo aver letto un racconto sul blog di Vuerre che non era forse il massimo , ma che è riuscito a farmelo diventare duro parola dopo parola al punto che sono venuto dopo essermi un po’ strastullato senza neppure pensarci.… ho messo un semplice post nel suo blog scrivendo che se ne avesse avuto voglia avrei scritto due parole sul mio su come ero stato pervaso dal suo scritto. Ma il colpo di scena fu non appena entrato nel blog vidi un commento di Zajras a cui ho risposto con molto piacere, poi in un secondo dopo avere alzato gli occhi sulla tv mi sono trovato in un letto rotondo in compagnia di Vuerre e Zaj.

Entrambi erano coperte da un camice di seta trasparente ed entrambi non indossavano nulla sotto. Infatti anche un miope avrebbe notato quei 4 capezzoli che si strusciavano mentre si davano timidamente la lingua e io ero li... aspettavano anche se .... mentre loro erano intente a baciarsi io dissi di togliersi i camicioni, l'esito non si fece attendere e mettendosi in costume adamitico allungarono le mani. Vuerre prese il cazzo ormai duro e Zaj avvolse le palle con la mano calda. Mentre entrambi erano intente e tenerlo, e non so chi fece il tentativo di metterlo in bocca, ma lo perdette per il mio movimento brusco, infatti sul comodino avevo un barattolino di miele e a loro insaputa mentre già avevano riguadagnato la verga, io versai il miele in una mano e poi lo suddivisi equamente in entrambi le mani e cominciai a spalmare il miele sulle spalle di entrambi. In entrambi vidi un momento di soprpesa ma poi si abbondonarono. Cosi mentre mi accarezzavano la mia mano scendeva sia sulle natiche di Vuerre che di Zaj ungendo entrambi i buchetti del culo. Poi io prendevo Vuerre alla pecorina mentre Zaj gli leccava la figa e con la mano stantuffava il mio cazzo. A un certo punto facendomi strada col naso per conquistare il buco del culo di Vuerre, con una mano stringo un seno di Zaj e con l'altra mano il capezzolo di Vuerre mentre la mia lingua conquistava in profondita il secondo canale di Vuerre, addolcendomi la bocca con il suo miele. Cominciavo a non capire piu nulla, mi sentivo spompinare e appena una bocca lo abbandonava una mano era pronta a prenderlo, ero al massimo della mia eccitazione. Cominciando da Zaj mi buttai a capofitto a slinguare l'ombelico e il basso ventre per poi succhiare con avidità il suo caldo nettare, ma un certo punto con la bocca unta del nettare di Zaj cominciai a slinguare Vuerre miscelando i due sapori al mio; a un certo punto mettendoci di scatto in ginocchio ci unimmo in un triplice bacio volto a fondere i nostri umori. Avevo tirato troppo, mi distesi tutto appiccicoso e Vuerre mi saltò addosso in uno smorza candela da favola mentre Zaj accarezzava Vuerre nella figa, si faceva slinguare i capezzoli e morderli dolcemente.
Dopo qualche minuto sentivo i nervi vaginali che si contraevano, e sentii inondarmi dall'orgasmo di Vuerre.
Cominciavo a essere stanco, misi alla pecorina Zaj e senza preavviso sono entrato dietro di lei e pur essendo praticante del sesso anale non fece mancare un urlo, ma si perdette in un altro orgasmo mentre io ritornavo alla realtà per effetto di un tele giornale .... grazie tesori tanti baci umidi e sparsi

Sbracu

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Notte in ospedale

L’operazione andò bene e vidi Antonella uscire dalla sala operatoria, negli ultimi tempi la cisti si era sviluppata troppo alla vescica e i dolori erano costanti.
Mi offro di passare la notte con lei anche se il medico ha detto che non è necessario, lo faccio volentieri, passano le ore e lei è sempre con la flebo, parliamo, lei è lucida ma con una sorta di magone, la tranquillizzo e le dico di stare allegra che tutto è finito, l’aiuto a cenare e passano le infermiere per cambiare l’ultima flebo; si fa sera e poi notte, le luci sono soffuse in camera, la vedo riposare e allora leggo.

Qualcosa mi distrae dalla lettura, la sento singhiozzare, alzo la testa dal libro e vedo i suoi occhi lucidi, le sorriso accarezzandole il viso, mi siedo sul letto vicino a lei per asciugarle le guance, le mi prende la mano e me la stringe, parliamo sussurrando ma lei non smette di magonare.
Continuo ad accarezzarla sul viso, sulle spalle, le liscio la camicia da notte con le mani, le lenzuola sono all’altezza dell’ombellico, con la mano ferma la mia mentre le metto a posto il colletto, la guida sui suoi seni e la stringe.

Li sento, sono morbidi, ha solo la camicia, lei continua a guidarmi la mano e con l’altra si slaccia nuovamente il fiocco, la guardo negli occhi, il suo sguardo muto e implorante mi fa capire cosa desidera, la mia mano allora s’infila sotto la camicia, i seni sono turgidi, li palpo, sento il loro calore.lei mi prende la mano libera e la me la bacia, mi morde le nocche, i suoi occhi sono chiusi.

“Non ti fermare ti prego”… le sue parole sono dolci, sincere, io continuo sui suoi seni fecendo scendere la camicia sotto le spalle, le tte sono scoperte, i capezzoli risaltano, sono davvero belli, mi libero anche l’altra mano e contemporaneamente prendo tra i polpastrelli i suoi capezzoli, li sfregolo, li tiro, li pizzico con dolcezza, li faccio vibrare sfiorandoli velocemente con le dita, vorrei scendere con la mano ma non posso, quella zona è inagibile a causa dell’operazione, allora mi rassegno e mi dedico alle sue protuberanze avvicinandomi con la bocca, li lecco con la punta della lingua per poi prenderli in bocca alternandomi, Antonella mi accarezza i capelli spingendo la mia bocca sui suoi seni, la mia lingua gioca sui suoi capezzoli flessibili, mi sento bagnata perché questo gioco innocente ha coinvolto i miei pensieri, vorrei toccarmi le labbra, vorrei che lo facesse lei ma ciò non avviene.

Passano ancora i minuti e il suo ansimare s’intensifica, i suoi gemiti mi avvisano che l’orgasmo si sta avvicinando, adesso anche lei gioca con i suoi seni, li stringe, li distorge, li modella.
Poi eccola dimenare fortemente la testa sul cuscino, la guardo e rimango appagata per il godimento inteso che sta vivendo, per il suo orgasmo mammellare che non sempre riesco a realizzare sulle mie tette.

L’urlo soffocato mi dice che è venuta, il suo respiro è affannoso, i suoi seni si gonfiano ancora ma tutto si sta placando, dalla sua bocca socchiusa scende un rivolo di saliva, lei apre gli occhi e mi sorride dicendomi “sei davvero un’amica Chia”.
La bacio sulla fronte, le rimetto a posto i seni e la camicia, le dico qualcosa di dolce ma lei non mi ascolta più perché è già entrata nel mondo dei sogni serenamente.
Mi alzo dal letto e mi rimetto sulla mia poltroncina, poso i piedi scalzi sul suo materasso e lascio divaricare le mie gambe per dedicarmi alle mie labbra ingelosite, ingelosite per non averle assecondate quando chiamavano.

Chiara

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Ciaciona

Sei seduta sul mio lettone alto e robusto, io in piedi di fronte a te, mi sorridi con gli occhi e vuoi vedere adesso cosa faccio.
Vestita solo di perizoma, calze e reggiseno neri, la pienezza della tua carne mi ricorda quelle belle puttane di quando, adolescente, andavo nei vicoli di Toledo a provare la mia virilità. Oggi non ho forse quel vigore, ma nessun imbarazzo mi fa rischiare di non farcela.
Hai un buon profumo, eppure riesco a sentire forte il tuo odore di femmina. Mi guardi incuriosita, vuoi capire cosa voglio farti. Con entrambe le mani ti prendo la faccia, un piccolo bacio, poi ti sento i fianchi, come a valutare la tua consistenza. Ti abbraccio, la tua faccia sul mio petto, e rapida ed esperta la mia mano ti slaccia il reggiseno, e le grosse zizze ondeggiano, pesanti ed odorose, le sorreggo e le accarezzo, il mio cazzo si accorge di quello che le mie mani palpano con interesse. Me lo prendi e lo accarezzi, è la prima volta che lo vedi e sembri contenta di tanto vigore, e di quanto sia grosso, forse non credevi…
Basta fronzoli, siamo qui per scopare, ti sollevo le cosce, i tuoi piedi sulle mie spalle, ti allargo le gambe, ti sfilo il perizoma e ti guardo la fica. Mi sarebbe piaciuta più pelosa, però così la vedo meglio, è grande, sembra gonfia, quasi si schiude, rasata sotto e con un ciuffo scuro sopra.
Il cazzo è già duro, ti spennello, lo appoggio dentro, lo spingo, e sento il calore umido e la tua tenerezza. Ahhh… Spingo e ti sento fremere. Voglio scoparti senza perdere tempo con i preliminari, comincio a menare colpi, in questa posizione sento subito il fondo della tua vagina, e spingo. So di farti male, ma so anche che ti piace. Nessuno dei due parla, tu aspetti ancora, non ti basta questo, e lo so bene. Ma ti piace e sei tutta liquida, allora ti sistemo le caviglie sulle mie spalle e lo sfilo. Poi lo metto sul buco del culo, appena appoggiato... una piccola spinta, a sentire il buco.
Lo tengo così, e col pollice destro ti cerco la fica, ti accarezzo, entro ed esco, e poi ti tocco il clitoride, piano, appena appena, e col cazzo sempre appoggiato lì. Poi di nuovo nella fica, e dopo due colpi ancora fuori e lo spingo nel culo. Ma solo un poco, solo la cappella, adesso entra subito, e poi mi fermo, e riprendo col dito. La fica sbrodola, è piena di umori, e il culo accoglie volentieri quel pezzetto della mia virilità. Poi di nuovo lo tolgo, lo rimetto nella fica e poi, la terza volta di nuovo sul culo, ormai scivoloso. Muovo il dito e sento che il clitoride è diventato duro come un cazzetto eccitato, e spingo finalmente nel culo, lento e deciso, con la mano sinistra ti tengo la coscia e sento la calza setosa che ti fa tanto troia. Finalmente sento la tua voce:
- “Siii.... mettimelo tutto dentro”
- “Ti piace? Dimmelo”
- “Si mi piace...mi piace. Mi piace il tuo cazzo nel culo”.

E’ entrato tutto, fino alle palle, il culo non è come la fica, è stretto e profondo, senza fine, è bellissimo inculare una donna, ma farlo dal davanti è una cosa incredibile... ti guardo, le grosse zizze ballano, ti vedo la fica aperta, ti tocco il clitoride, ti guardo la faccia stravolta, sembri ridere, poi piangere, io ti do grandi colpi cadenzati, né lenti né veloci, ma forti, fino in fondo. Poi ti sento venire all’improvviso, per me è ancora presto, stringo le ginocchia e vado più veloce, il tuo mugolio si trasforma in un urlo e finalmente esplodo, e sento lo sperma uscire a fiotti e scorrerti dentro.
Dopo ti sollevo le cosce e le distendo sul letto, resto a guardarti con la testa che mi gira mentre sorridi con gli occhi chiusi, la calze smagliate e lo sperma che ti cola dal buco del culo.
Bella ciaciona.



Il mangoUn frutto maturo pare
il sesso tuo
il vermiglio colore
dei melograni crepati
le tue labbra aperte.
L’ umore che cola
la densità del succo
dolce del mango
Maturo
Affondo la lingua
E godo

A.
***
Il mio frutto maturo
Si dischiude per te
aprendo una rossa ferita.
La tua bocca avida
ne divora la polpa;
Il nettare placa l’arsura
delle tue labbra assetate
Affondi la lingua
E godo

Vu

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Gioco a quattro
(Paul Verlaine)


Fondoschiena,
fine del sogno infantile di essere saggio.
Natiche,
trono adorato dell'impudicizia.
Natiche la cui bianchezza divinizza ancora le rotondità...
Trionfo della carne più di quello del volto.

Seni,
duplice montagna d'azzurro e di latte dalle due cime brune
Dominanti, che valle! che bosco sacro!
Seni,
le cui cime stupende sono un frutto vivo
gustato dalla lingua e dalla bocca...
ebbra di tanta fortuna!

Natiche,
e il burrone leggiadro di un'ombra un pò scura
Dove erra il desiderio impazzito...
Guanciali cari,
cuscino dalle profonde pieghe per la faccia
o il sesso,
e fresco riposo di mani dopo innumerevoli giri!

Seni,
fini regali delle mani che riempiono di delizie,
sessi pesanti, possenti,
un po' fieri e sfottenti
dondolanti, cullati..
perche' forti e vincitori,
quasi sbircianti...
i nostri inchini adoranti!

Natiche,
sorelle maggiori dei seni, più naturali
veramente più bonarie, sorridenti anche..
ma senza troppo malizia,
che si astengono dalla preoccupazione
di dominare,
belle essendo per ogni dittatura.

Ma chè? Voi quattro, buoni tiranni,despoti dolci e giusti
Voi imperiali e voi principeschi.
Che fate inchinare il volgo e consacrate gli iniziati
Gloria e lode a voi.
Santissimi seni!
Augustissime natiche!

(Traduzione di Cavallo Pazzo)

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Da sola Questo mattina sei finalmente sola in casa, senza la presenza di quanti in questo momento non possono dare una corrispondenza adeguata all’amore ed agli irresistibili sentimenti di trasgressione che sai di poter trasmettere, dare e provare: finalmente un momento solo per te e per i tuoi pensieri.
Una gonna ed una camicetta sono l’abbigliamento adeguato per rilassarti sulla poltrona che ti è più cara in quell’angolo caldo della tua stanza in cui ti senti più protetta. Ti puoi abbandonare e, senza alcun disturbo, immaginare un nostro caldo incontro… dopo pochi istanti ti senti umida e colma di desiderio. Sfili rapidamente quel perizoma bianco che ti opprime e, messa una gamba sul bracciolo della poltrona, ti abbandoni in questa posizione solo apparentemente oscena. Ma sai che non lo è affatto, perché coscientemente sai che la riservi solo a te stessa ed al tuo amante. Ti stai aprendo come un fiore si apre alla luce ed al tepore del sole perché il vento e gli insetti pongano il polline dentro di esso, mentre desideri la mia presenza accanto a te affinché, come l’ape segue il profumo del nettare per raggiungere il fiore, così il mio sguardo possa essere guidato dal delicato profumo del nettare che inizia a sgorgare copioso dal tuo sesso.
Guardi compiaciuta le tue belle cosce bianche, tornite e lisce. Con i polpastrelli di due dita percorri lentamente l’interno coscia, dove la pelle è più delicata, sensibile, sottile. Raggiunto il tuo fiore ne percorri dal basso la fessura e con dita sapienti ne accarezzi le labbra che irrorate dalla tua rugiada, si offrono alle mia labbra riarse. Con lenti e voluttuosi movimenti scopri a tratti il tuo bocciolo, mentre un brivido di piacere ti percorre tutto il corpo fino ai capezzoli, ormai duri per l’eccitazione. Ora ti penetri con due dita, immaginando quella penetrazione con cui io stesso vorrei farti godere. Presa da una voglia impossibile da fermare e sentendo l’orgasmo prossimo ad arrivare, estrai le dita matide e le muovi veloci attorno al bocciolo del tuo clitoride…complice la mia mano, più getti intensi e ripetuti del mio piacere vanno ad irrorare le tua immagine evanescente, mentre una lacrima, non so se di felicità o di tristezza, corre veloce giù per la mia guancia.

Un bacio amorosa V.

Franco
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Il tuo profumo

Mentre cammino sento la tua scia...dolce e profonda..sento quel profumo che mi fa chiudere gli occhi e mi fa sognare...
sei tu quella che gira l'angolo e mi fissa negli occhi con quello sguardo seducente...i miei occhi scuri che vedendoti si riaccendono di quella fiamma..quel desiderio...
tu con quei capelli ricci e rossi...tu unica e splendida creatura....
mi hai fatto sognare ad occhi aperti...
ho avuto tanta fantasia vedendoti...ho immaginato troppe cose...troppi piaceri...ho pensato di trovarti sul mio letto...su quelle lenzuola bianche e pulite...
ho immaginato di esplorarti con la mia lingua fredda...ti toccare il tuo seno...di toccare il tuo sesso...di farti chiudere gli occhi e lasciarti trasportare da me e dalle mie carezze...voglio sentire il tuo piacere...la tua voce...voglio che tu sia mia!
voglio sentire ancora quel profumo che mi manda fuori di testa...

ma giro l'angolo e non ci sei più..

Veronica

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Sento i tuoi odori

Sento i tuoi odori, percepisco la morbidezza del tuo corpo, ne vedo i contorni. I tuoi seni di un'abbondanza elegante e attraente con due capezzoli turgidi, che regalano tanti brividi di piacere. I tuoi fianchi sono la quintessenza della morbidezza e leggiadria. Le tue cosce prensili, sembrano costruite apposta per serrare i tuoi amanti per farli diventare un solo corpo, riescono a infondere tanta piacevolezza quando una lingua le attraversa percependone la finezza setosa della pelle e la reattività erotica che trasmettono.
Il tuo fiore, evidente con le sue grandi labbra gonfie e solari nell’attesa di essere baciate, le piccole labbra che fanno da mantello traslucido dei molti umori che produci in abbondanza, al clitoride che con la sua minuta rigidità, da il segno della sua prontezza eccitata nel donare gioia e orgasmi. Le tue natiche, con una curvatura perfetta, con una fenditura che nasconde quel bocciolo leggermente aggrinzito, centro di tanta passione quando con naturalezza, allargandosi adeguatamente, permette la visita irruenta del tuo amante. Ti rende pienamente donna, quando accogliendo la rigidità e dimensione del sesso profanatore, lo fai tuo, lo gestisci per il tuo piacere e doni a te e a lui un orgasmo, profondamente coinvolgente.

Giunisca

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In treno
Sarebbe eccitantissimo incontrarti in un vagone vuoto, in uno scompartimento dove ci troviamo soli e isolati dal mondo, un incontro casuale come quello descritto nel racconto da te… e se fossi stato io quel ragazzo?.... Non ti avrei lasciato andare… tu birichina e maliziosa, mi avresti attratto a te come un magnete… e tra quelle gallerie avremmo avuto un incontro proibito…
Mi siedo di fronte a te fissandoti, tu non ti scomponi affatto ma anzi immediatamente cogli la palla al balzo e inizi a stuzzicarmi, scopri un pò di più le tue cosce nude coperte dalla giacca che tieni sulle gambe, sbottoni un'altro bottoncino della camicetta mostrando in tralice i tuoi candidi e turgidi seni, poi immergi la mano sotto la giacca e inizi a toccarti. L’eccitazione adesso è più forte, tutta la situazione è troppo intrigante, ti mordicchi il labbro per trattenere il piacere… io non posso non accorgermi di quello che sta accadendo, eccitatissimo ti poggio una mano sul ginocchio per vedere la tua reazione. Tu sentendo la mia mano ti fermi e mi guardi dritto negli occhi con sguardo severo come a chiedermi cosa faccia con quella mano, ma non fai niente per evitare che la mia mano salga su per le tue cosce, anzi stringi le gambe ma togli la tua mano lasciando libero il posto alla mia. Sento il tuo miele all'interno delle cosce, mi faccio largo con energia e le mie dita arrivano alla tua fica bagnata, le tue labbra sono aperte come bocciolo schiuso, tu allarghi le gambe quel tanto da permettere il movimento della mia mano, ma le lasci abbastanza strette da condurmi obbligatoriamente a trovare il tuo clitoride per massaggiarlo dolcemente.
Inizi a contorcerti nel sedile, le mie mani irrazionali e folli tra le tue gambe, la mia lingua sui tuoi seni, a stuzzicare i capezzoli, a succhiarli, morderli con delicatezza. Poi le nostre lingue si avvinghiano impetuosamente, ma io voglio assaporare il nettare del tuo fiore, della tua delicatissima rosa, ed è li che rivolgo la mia attenzione. Te la lecco, ti penetro con la mia lingua, prendo tra le labbra il tuo clitoride e te lo succhio quasi a volerlo staccare, bello, turgido, rigonfio di piacere. I tuoi umori mi inondano il viso, mi appago dall’assaporare tanta delizia… il tuo piacere sale, ti sento ansimare e poi gemere, e godi tra le mie labbra.
Mi sollevo e mi siedo accanto a te, tu mi guardi e vedo che sei ancora eccitata e intrigata dalla situazione, ti lasci subito ritrasportare dalla libido e cerchi con la mano il mio sesso, lo trovi dentro i pantaloni, che cerca energicamente di uscire, mi sbottoni e infili la mano per prenderlo… il mio membro eretto adesso è finalmente nelle tue mani. Lo accarezzi, poi ti abbassi e me lo prendi in bocca leccandolo e succhiandolo...chinandoti mi lasci via libera, allungo il braccio per continuare a massaggiarti la fica e il tuo culo bello sodo e tondo. La tua eccitazione è tale che non riesci più a resistere, ti fermi e mi sussurri di riempirti col mio cazzo duro la tua fica piena di umori. Ti alzi, ti avvicini e ti siedi in braccio a me scostando la gonna, per permettere la penetrazione e cominci a scoparmi... non dimenticando di riempire ogni parte del tuo corpo, ormai smaniosa di ricevermi dentro… soddisfatta di riempirti di me, ti sollevi, quindi lo prendi e inizi a leccarlo ancora imbevuto dei tuoi umori, poi lo succhi mentre con malizia rivolgi i tuoi occhi felini e maliziosi a incontrare i miei, per gustarti l’ eccitazione che traspare dal mio sguardo.Il piacere mi invade come un fiume in piena e il mio cazzo gonfio finisce per esploderti in bocca… e tu golosa non lasci sprecato niente, succhiando anche l’essenza di me…

R.

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Per le scale
Stai salendo le scale di una soffitta, precedendomi ed offrendomii la visione dal basso verso l'alto della nudità delle tue gambe e della tua intimità. il battito del mio cuore diventa assordante, sento affluire più velocemente il mio sangue, e il mio membro prende vita...
Ti fermi... ti volti verso di me... maliziosamente mi guardi... infine riprendi la salita... io ti seguo rapidamente, ormai calamitato dal panorama delle tue labbra nude prive di biancheria, e dalle rotondità carnose delle tue natiche. La mia testa ormai fantastica vorticosamente, e non sto più nella pelle...Arrivata in cima alla scaletta ti giri e ti siedi, l'espressione del tuo viso ora si fa seria, mi fissi vogliosa... hai acceso il mio appetito e davanti a questo banchetto, non posso più attendere. Tu indietreggi scivolando sul pavimento... io ti seguo strisciando con gli avambracci sul pavimento freddo come ipnotizzato da te... i tuoi capezzoli sotto la camicetta prendono forma, sarà la tua voglia che sale o la temperatura che scende, Poco importa è ovvio che tra poco saranno tra le mie mani...
Ti ho raggiunto, alle tue spalle non c'è più spazio... sei mia!!! Ma prima di abbuffarmi voracemente voglio stampare nella mia mente quest'immagine... tu splendida e vogliosa, i tuoi capelli rossi che fluenti scendono sulle tue spalle, un ricciolo che ti copre leggermente il viso ma non i tuoi occhi felini, le tue labbra carnose socchiuse, a lasciar filtrare il tuo sospiro ritmato, le tue spalle ormai abbandonate da quelle esili spalline, la scollatura che scopre i tuoi seni grandi, liberi e sodi, le mani appoggiate a terra dove abbandonate si trovano le tue gambe lisce, pronte ad accogliermi in mezzo a loro...
Eccomi, ma tu mi tieni a distanza con un piede, delizioso anch'esso con la sua delicatezza, ma la tua gamba non pone resistenza e si piega al mio incedere. Comincio ad assaporare le tue gambe salendo verso il tuo sesso, quel sapore salato mi piace, la mia lingua scivola sulla tua coscia e sento che più mi avvicino alla meta e più la tua pelle rabbrividisce, e sento stringermi la testa dalle tue cosce. E’ bello affondare tra quelle gambe tanto agognate, finito l'antipasto non mi accontento più e mi tuffo sulla portata principale. La fonte è piena di miele, la mia lingua ci si inzuppa scivolando tra le tue labbra arrivando fino al tuo ano e tornando al tuo clitoride, assaporo tutto di te, mentre la mia bocca si riempie del tuo nettare, sento i tuoi umori, il tuo calore e il tuo clitoride indurirsi sotto la lingua. Intanto le tue cosce mi cingono il viso, quella pressione mi dà la conferma del tuo piacere e questo non fa altro che aumentare anche il mio… il mio sesso costretto dai miei indumenti chiede insistentemente di partecipare al banchetto, ma ancora non è il momento, voglio sentire prima un tuo orgasmo… il tuo odore mi pervade l’olfatto, e godo della vista del tuo viso inebriato… diletto il mio tatto con la tua pelle setosa stringendo quel seno morbido, strizzando e giocando con i tuoi capezzoli duri… la mia mente però si pregusta la prossima portata, introduco il mio indice nella tua vagina, è incredibile come penetra facilmente qrazie a tutti i nostri fluidi, con il pollice invece inizio un massaggio delicato all’altro buchino, anch’esso ben lubrificato. Il tuo piacere cresce vertiginosamente, la tua mano mi respinge la testa me le tue cosce mi stringono a te quasi soffocandomi, la sensazione di sentirti contorcere è bellissima… il tuo ano si sta dilatando e ingoia il mio pollice con semplicità, adesso ho due dita dentro di te, il tuo miele in bocca e il tuo urlo di piacere nelle mie orecchie. Le tue gambe pian piano allentano la presa, liberandomi… tu rimani esausta accasciata su di un fianco a terra, ma io non ti do tregua e passo al secondo. Comincio ad affondare i miei denti nei tuoi glutei teneri, arrivando velocemente a quel buchino goloso dove la mia lingua trova un facile ingresso… adesso sei pronta. Sbottono i miei pantaloni e libero finalmente il mio pene, scivolo più su con il corpo portandomi alle tue spalle, afferro alla base la mia verga e la conduco tra le tue natiche liscie, i tuoi glutei soffici avvolgono la mia cappella accarezzandola dolcemente, mentre si fa strada per entrare dentro di te… l’ingresso non è semplice, scivolo piano piano grazie all’aiuto dei nostri fluidi, lo sento sempre più stretto dal tuo ano, ma questo non fa altro ch e aumentare il mio piacere… emetti un gemito e finalmente ti sono tutto dentro. Il mio uccello costretto dentro di te mi fa tremare tutto, vengo investito da un formicolio di piacere indescrivibile, sento il sangue attraversarmi le vene… comincio a muovermi, un movimento dolce e lento, riempiendoti e svuotandoti di me… le tue pareti si rilassano sempre più allentando la morsa facilitando il mio movimento… lo strusciare dentro di te mi fa raggiungere sempre più il piacere, ma non voglio… così esco, lo immergo nella tua fica umida, sei bagnatissima e il penetrarti è semplice come entrare dentro una mousse calda… con una mano ti cinturo a me tenendoti per il ventre e intanto mi muovo dentro di te… dentro e fuori, i sospiri si fanno intensi e affannosi, il sudore mi scivola sulla pelle… tu ti lasci invadere nuovamente dal piacere, io mi sento la lava nelle vene, un calore che mi investe, mi sfilo da dentro te e come un vulcano erutto tra le tue chiappe. Ed adesso tocca a te banchettare di me…

R.

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Endecasillabi
Oror de la tigrotta viene 'l turno
e 'l verbo mio s'acconcia e se prepara...
simpatica, gentile e divertente
e piccolo vulcano e frizzantina
de bella compagnia, de magno eloquio
squillante de risata e pur de modi
sensibile e pur cinica a le volte
se nutre de coraggio e de passioni...
e molte cose ancor se puote dire
ma una de le cose più me preme...
'ché "femmina" me piace lei nomar...

Antonio giugno 2003

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