Dormire con te. Ovvero non dormire con te…che ore saranno? Eppure ero addormentata, ma la tua presenza mi tiene sveglia, lo sai?E’ il calore del tuo corpo nudo che mi deve aver ridestato, mentre sono appoggiata al tuo petto, o sarà stato il pizzicore dei tuoi peli che mi sfregano la guancia, immersa nel tuo odore. Come posso dormire con la tua mano sulla mia spalla che scivola sulla schiena e poi sulle mie natiche. Ne percepisco la temperatura, il peso lieve. Ora se ne sta lì ferma a sancire il suo possesso, immobile e rilassata sul mio culo. Mi sono spostata ed ho sentito il tepore del tuo sesso appoggiarsi alla mia coscia, morbidamente. L’ho percepito muoversi, come avesse vita propria… si è allungato e non ho potuto fare a meno di tendere la mia mano e raggiungerlo. L’ho accolto nel mio palmo, l’ho stretto leggermente. Senza vederlo ne ho riconosciuto la forma, il calore della pelle. Ero ancora in quello spazio intermedio tra il sonno e la veglia, gli occhi chiusi e le membra pesanti. Solo i miei polpastrelli si sono mossi impercettibilmente, ed ho sentito che ha avuto un sussulto, come un frullo d' ali… un fremito appena . E ancora… piccole vibrazioni delle mie dita che lui ha percepito… è lievitato lentamente, con la stessa indolenza con cui lo toccavo quasi per metterlo alla prova… due, tre volte. Amorevolmente ha risposto agli stimoli, si è dilatato, indurito fino a riempire la mia mano chiusa, senza che lo stringessi.
Ma dormi o sei sveglio? Te ne stai in silenzio, sento solo il tuo respiro lento e regolare… muovo il pollice accarezzandolo piano piano per tutta la lunghezza, avvertendo lo scalino della cappella ed i rilievi delle vene ingrossate. Sono così stanca che non riesco a muovere un muscolo, ma le dita vanno da sole come su una tastiera di cui conoscono gli accordi. Mentre sei nella mia mano rivedo le immagini di poche ore fa, come in un sogno... Ero piegata sul divano e tu in piedi dietro di me mi aprivi le natiche. Mi hai esplorato il buchino rugoso con le tue dita… prima una.. poi due… Il mio corpo si è aperto a te, come se ti riconoscesse … si è abbandonato … rilassato. Le tue dita fungevano da guida per il tuo cazzo che è scivolato lentamente nel mio culo senza che opponesse resistenza. Fino in fondo. Mi chiedo come tu faccia a rendermi così, totalmente arresa al tuo uccello. Io non voglio consegnarmi a te, non voglio. Eppure è come se il corpo mi tradisse. Ti segue, mentre il mio cuore è costretto in uno scrigno, chiuso con un lucchetto pesante. A forza di entrarmi dentro con il tuo cazzo violerai anche il mio forziere, come un predatore di anime, perché questo sei. Profanerai le mie barriere. E nonostante questo, solo a sentire il tuo calore sulla mia mano, soltanto a rivedere le scene di poco fa il mio corpo diserta di nuovo. Mi bagno.
- - “Succhiamelo”. La tua voce risuona perentoria nell’oscurità.
Sei sveglio! Ho sonno ma quell’animaletto appisolato nelle mie viscere si sta risvegliando… come il tuo sesso anche lui si rianima, mi morde il basso ventre. Sollevo il busto e mi protendo verso il centro del tuo corpo, non ho bisogno di cercarlo, ho il tuo uccello ancora in mano. Mi abbasso e sento il dorso contrarsi, indolenzito, i muscoli tesi si irrigidiscono. Forse è stato quando mi tenevi premuta la schiena sul materasso, così come piace a te, come adoro sentirmi prendere da te. E’ come se il corpo avesse ancora impressa la memoria di quella posizione, ma il desiderio di soddisfarti supera il dolore. Te lo bacio delicatamente , avvolto ancora dall’afrore dei nostri fluidi, i miei e i tuoi mescolati. Mi fa impazzire riconoscere il mio odore su di te. Lo lecco in punta, avvolgo la cappella tra le mie labbra, distinguo il sapore salato delle prime trasparenti gocce di rugiada, poi lo prendo tutto nella mia bocca calda. Lo succhio forte mentre avverto il mio bocciolo che pulsa, la fessura tra le mie labbra che si inumidisce. Ora voglio godere.
Mi sollevo su di te, piego le gambe intorno al tuo bacino e poi mi abbasso lentamente… mi impalo sul tuo sesso durissimo ed inumidito dalla mia saliva; lo sento scorrere facilmente dentro di me. Tu non ti muovere, riposati, faccio tutto io. Però non riesci a star fermo, mi prendi i capezzoli che ondeggiano sul tuo viso e li stringi forte, me li lecchi, mi baci mentre il tuo bacino si muove sotto di me, spingendo forte. Ti cavalco ancora un po’, solo un po’ finché ti sento fremere, la tua carne palpitare dentro di me e il fiotto caldo del tuo sperma riempirmi mentre dal mio bocciolo pulsante si irradia una scarica fortissima che mi fa sussultare tutta.
Mi accoccolo esausta accanto a te, di nuovo nell’incavo della tua spalla a respirare il tuo odore. Ora dormiamo, chiudi gli occhi amore.
Mi addormento e sogno… sogno una scalinata di marmo bianco lucente altissima ed io che salgo le scale nuda con indosso soltanto sandali neri dai tacchi stratosferici. Faccio fatica a salire gli erti gradini ed arrivata in cima noto un uomo sul grande ripiano e solo allora mi accorgo di essere nuda. Nuda ed indifesa. Nuda ed osservata, scrutata. Solo allora provo vergogna.
Mi manca il fiato e mi sveglio di soprassalto, agitata. Apro gli occhi lentamente, fatico a capire dove mi trovo… percepisco però che non sei qui con me, l’altro lato del letto è vuoto.
Così bello da essere impossibile commentare...
RispondiEliminaG
ehi addirittura?
RispondiEliminagrazie comunque di averlo fatto!
Vu