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mercoledì 4 maggio 2011

Il diario di Adele- Seconda parte


Dopo di lui, ho allineato i nomi uno dietro l’altro senza contarli. E poi a ritroso, sono andata indietro basandomi sulla memoria. Il giorno otto del mese scorso è passato esattamente un anno ed ho deciso di risalire quelle righe e fare il conto. Di alcuni, leggendo il nome non ricordavo neanche chi fossero, ci ho dovuto pensare. Tu lo capisci? Dodici mesi sono trascorsi, ho messo in fila quegli uomini sulle pagine del diario eppure non riesco a togliermi lui dalla testa. Quanti visi ancora si dovranno sovrapporre al suo, quante mani, quanti membri?

I primi mesi non ho avuto voglia di vedere nessuno, il mio corpo era come una grande conchiglia dalle valve chiuse. Il primo è stato un ragazzo giovanissimo, l’ho incontrato in un locale del centro, una sera che ero un po’ su di giri. Ero con Nora, ti ho parlato di lei, vero? Come prima cosa, nel caos e nel via vai di corpi accaldati che entravano ed uscivano, mi colpì la voce, l’accento che non era di queste parti. E poi quel viso strano, ne coglievi l’asimmetria senza comprendere, ma ad un osservazione più attenta notavi una cicatrice circolare sotto l’occhio sinistro che rendeva quel volto originale, e quei grandi occhi neri un po’ folli. Bello ma strambo.
Tu sai quanto mi attraggono gli uomini singolari, particolari. Quattro chiacchiere e mi scrive il suo numero di telefono sul rovescio del biglietto da visita del locale, aveva intuito che al momento non ero molto propensa ad andare oltre. L’ho messo in borsa ed è rimasto lì per mesi, finché un giorno non l’ho ritrovato ed ho chiamato. Avevo in corpo tanta di quella rabbia, dopo avere risposto ad una mail di Enrico che… sai quando ti scatta quella collera, quel desiderio di rivincita? No, forse tu non lo sai. Mi scopo il primo che passa. Ecco, una cosa così. Come punizione, per fare del male. Pericolosissima sensazione, il castigo prima o poi ti si ritorce sempre contro, ed il male lo fai a te stessa. Ma in quei momenti si è come accecati.
Lui è arrivato all’appuntamento  con indosso quei pantaloni con il cavallo sceso, una T shirt allucinante e le scarpe da ginnastica slacciate. Mio Dio! Io taccatissima in gonna ed autoreggenti. Dove vado in giro con lui conciato in quel modo ed io così?   E non ridere eh? Ti vedo che stai sghignazzando! Se potessi parlarmi ora partirebbe il tuo solito pistolotto che devo pensare al mio futuro, e che cosa mi rimane di questi incontri… si si lo so. Hai ragione. Tu hai sempre ragione caro il mio grillo parlante.
Bene, siamo andati a cena in un posto tranquillo, e poi quando è entrato a casa mi ha chiesto da bere, un liquore, qualcosa di forte. Lo sai che non consumo alcolici, avevo solo una bottiglia di vino rosso già aperta in cucina, residuo di una recente cena fra amici. L’ho versato in due bicchieri, ne ho sollevato uno per darglielo e poi ho preso il mio, immaginando di spostarmi e sorbirlo con calma, sul divano. Invece lui l’ha trangugiato in fretta tutto d’un fiato, lì in piedi in cucina. Voleva farsi coraggio, capisci? Aveva a che fare con una donna, non una ragazzina. Mi ha fatto tenerezza.
Poi è stato travolgente, ma in quella maniera di chi vuole arrivare presto alla conclusione, ansioso. Mi ha strizzato le tette, palpato forte ed abbiamo prima pomiciato un po’. Quegli occhi folli mi scrutavano, interrogativi. Aveva un bel pisello, questo lo ricordo, leggermente ricurvo. Alla fine, trasferiti in camera, l’ho scopato io, gli sono salita sopra a cavalcioni e mi sono impalata su di lui.
Scusa sono troppo diretta, vero? Beh ormai l’ho scritto, già ci sono troppe cancellature sul foglio, e perderei troppo tempo a fare una bella copia.
Ti tralascio il seguito, ti dico solo che due giorni dopo l’ho incontrato vicino casa mia che correva sotto la pioggia insieme a due dal sesso non identificabile che si coprivano la testa con le giacche. Mi ha salutato e dopo me lo sono ritrovato davanti al portone, che mi chiedeva riparo perché pioveva ancora. E’ andata a finire che gli ho gridato qualcosa di terribile per le scale, mentre se ne andava dopo un ulteriore amplesso frettoloso. Almeno son sicura che non farà altre cazzate a cercarmi, dato che l’ho già fatta io a fidarmi di uno così. Magari l’avrà pure detto agli amici, tipico di quell’età vantarsi. Ventitré anni meno di me, capisci? Che stupida.
Di altri, mi è rimasto assai poco, tranne quelli per cui ho scritto qualcosa sul diario. Con alcuni mi sento ancora, molti mi hanno annoiato. Da come fanno l’amore intuisci la routine dei loro amplessi, la consuetudine che si portano dietro anche in camera da letto. Gli fai due giochetti e diventano matti, ma a cosa sono abituati?
Un altro lo ricordo perché durante il sesso non fiatava, non una parola, è venuto e non ha fatto un sospiro, niente! Me ne sono accorta dal suo cazzo che pulsava, dentro di me. Ti giuro, neanche un soffio è uscito da quella bocca. Ho immaginato l’abitudine a farlo con il figlio che dorme nella camera accanto, o nella stessa stanza, in silenzio e al buio. Che tristezza.
Nel diario ci sono anche cose riferite al passato, ad Enrico e poi il solito Roberto. Preso a piccole dosi, mi ha fatto star bene.
- Ancora?- Mi pare di sentire la tua voce come fai sempre quando ti parlo di lui. Lo so, lo so, è troppo giovane. Ma ora basta, ho chiuso anche con lui, un bambino egocentrico ed opportunista.
E’ passato un anno, dodici lunghissimi mesi, eppure ogni volta che torno in città, quando scendo a quella determinata fermata della metropolitana mi torna in mente Enrico, quando mi aspettava lì fuori, a volte mi pare ancora di scorgere la sua figura, il suo viso tra la folla ed il mio cuore ha un sobbalzo. Ma cosa devo fare per perdere la memoria di lui?
Ho scritto e scritto, ed ora il diario è finito. Non c’è più spazio, ho chiuso definitivamente quelle pagine. Come quei disegni da bambina, lo guardo e non mi appartiene più. Non sono più io quella, sono mutata.
Ho deciso di partire, Laura, nel pacco troverai anche una copia delle mie chiavi di casa, per qualsiasi evenienza. Ho venduto la mia automobile. Starò via a lungo, non so ancora di preciso quanto e dove andrò. Non avrò cellulare né altri marchingegni elettronici, non voglio più contatti con il mio vecchio mondo. Sei autorizzata, se qualcuno dei miei familiari te lo chiede, a far leggere queste pagine, almeno capiranno le motivazioni del mio gesto.

Ti abbraccio forte. Ti voglio bene,

Adele

16 commenti:

  1. Davvero intenso......

    Wings

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  2. Letto tutto d'un fiato...Mi chiedevo quanto c'era di autobiografico. Molto immagino... finale a parte :)
    kiss
    lost

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  3. Che tipo di uomo è Enrico?
    Adele la rincontreremo di nuovo?

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  4. Grazie a tutti per avermi letto e commentato subito.
    Allora... autobiografico si in parte ma anche molto romanzato! Lasciatemi un po' di fantasia...
    Fidelio hai ragione ho parlato volutamente poco di Enrico. Adele... non so, ti sei già affezionato a lei? :-)

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  5. Bhe comunque non può finir così

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  6. No, infatti questa è una sorta di prefazione a tutto il diario.

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  7. ...mi ha sempre intrigato da morire questo genere di racconti...a volte le fantasie erotiche sono più prepotentemente vere di qualsiasi realtà....

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  8. Mea Culpa, grazie per avermi letto e ben arrivato nel mio blog!
    Vu

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  9. Dopo aver letto il diario vergato,
    rimpiango il fatto di non esservi citato.
    Non giammai tra i noiosi di fianco addormentati,
    bensì tra quelli che piacevolmente son stati scopati.
    C’è chi scrivendo dice che chi è causa del suo mal pianga se stesso
    in realtà rimpiango non aver avuto una gran notte tra petali e sesso.

    r

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  10. Avresti avuto il privilegio
    Di una notte sotto il ciliegio
    Non sarà la stessa cosa
    che ora fiorisce la rosa...

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  11. La rosa selvatica come il nostro ciliegio cinque petali indossa,
    maggio con il suo vento vola veloce e bisogna darsi una mossa.
    Togliamo di dosso i petali e cominciamo insieme a volare,
    donami il tuo bocciolo e per una notte fammelo sognare.

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  12. Ora fiorisce l’odorata ginestra
    Che semplicemente dimostra
    Come è dolce il sognare
    Che naufragar m’è dolce in questo mare

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  13. che bello tutot questo poetare,
    anche se in fondo il fine è scopare.
    come uno dei tanti all'interno del lungo diario raccontato,
    il mio fine unico è inchiappettarti ed essere piacevolmente ricordato

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  14. ahah scusa ma qui mi fermo
    il tuo fine ultimo è inchiappettarmi???
    Ed io che avevo creduto alla poesia...

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  15. Sei maledettamente nostalgica, stavolta.
    Certi diari non abbisognano la parola "fine", vero ?!

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  16. si lo so di esserlo, qui ho un po' calcato la mano!
    Il diario della mia vita non è ancora finito, se è questo quello che intendi...

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tdx