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giovedì 23 agosto 2012

Le fiche si cuciono su misura



Naturalmente sono già di nuovo le tre, stanotte ho finito alle quattro, tratto il tempo in modo un po’ avventuristico.


La scarpetta di cenerentola calza a pennello

Anche la mia fica

ma solo a qualcuno


Non però a uno solo

a te starebbe senz’altro bene



Le fiche si cuciono su misura

e al sarto gli si dice

Mi ci metta una fodera di seta

e non metta bottoni

tanto la porterò slacciata



Si cuciono quindi così

come la biancheria da uomo

Jana Cerná



 Jana Cernà (pseudonimo di Honza Krejcarova) è nata a Praga nel 1928. Sua madre era Milena Jesenska, la famosa Milena di Kafka. Jana è stata negli anni dello stalinismo uno dei personaggi chiave dell’underground praghese, un movimento con molte analogie con la beat generation americana. I suoi testi, inediti per più di 30 anni, sono stati pubblicati per la prima volta a Praga nel 1990 dall’editore Concordia con il titolo “In culo oggi no” Nei suoi versi l'erotismo è lieve e scanzonato, mentre nella lettera all'amante si arriva a toni pornografici tali da lasciare a bocca aperta anche i lettori più spregiudicati.

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In culo oggi no


mi fa male

E poi vorrei prima chiacchierare un po’ con te

perché ho stima del tuo intelletto

Si può supporre

che sia sufficiente

per chiavare in direzione della stratosfera





10 commenti:

  1. :-)
    ho trovato in rete questa lettera di cui si parla... è lunghissima ma la parte più erotica è effettivamente molto carnale

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  2. Mi farebbe piacere poterne parlare

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  3. di cosa della lettera? vuoi che la metta? è molto lunga non so se metterla come commento o modificare il post che dite?

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  4. beh, eccola qui se proprio volete leggerla, come lettera è lunghissima...
    http://ritagli.tumblr.com/post/11651656/jana-cerna-honza-krejcarova-lettera-damore

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  5. si l'avevo vista in rete io ho messo nel forum solo la parte più hot.
    Grazie tonico!

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  6. ecco trovato link con la parte "incriminata" è più breve

    http://www.spulp.it/libri-pulp/69-in-culo-oggi-no-jana-cerna.html

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  7. Facciamo prima a metterla
    Praga, attorno al 1962
    (…) Dimmi, per favore, che razza di assurdità e il fatto che non sei qui? Che razza di cretinata e il fatto che in questo momento non Ti posso baciare, che non mi posso stendere accanto aTe, che non Ti posso carezzare, eccitare ed eccitarmi di Te, che non Ti posso eccitare con la bocca fino all'orgasmo e sentirTi nel ventre e poi ridere insieme a Te del fatto che la barba Ti puzza a tal punto che il bigliettaio in tram avrà un'erezione quando Ti bucherà il biglietto, che non Ti posso dare da saccheggiare tutto il mio corpo dalle tette alla fica fino al culo perché Tu Te lo fotta completamente, e obbligarTi, con la lingua abilmente introdotta nel culo, a venirTene con il volto deturpato in una smorfia, che non Ti possa sentire dentro di me quasi immobile in una bruciante tenerezza d'amore tesa fino al sentimento, che non Ti posso schiacciare l'uccello tra le tette e pulirle poi orgogliosamente dallo sperma appiccicaticcio? Perché, perlamiseria, non c'è la Tua lingua nella mia fica, quando tanto fortemente e con veemenza ce la voglio, perché non avverto il solletico doloroso dei Tuoi morsi sulla pianta dei piedi, perché non posso mostrarti il culo in modo che Tu lo sfondi, lo morda, lo picchi e lo cosparga di sperma, perché non posso poi stare distesa accanto a Te e parlare con Te di qualsiasi cosa - dalla filosofia al sesso degli angeli - con naturale confidenza uno accanto all'altra e nel frattempo farTi una sega giusto così, per eccesso di vitalità? Perché non mi posso stendere sopra di Te con la gioia di una tenerezza quasi senza sesso e chiacchierare con Te mentre scopiamo, di cosa abbiamo mangiato a cena o di che tempo ha fatto? Perché non Ti posso stendere sulla pancia e fotterTi il culo con le mani, con le tette, con la lingua, inzaccherarTelo con la fica che mi ritrovo bagnata al solo pensiero di pizzicarTelo dolcemente e picchiarlo fino a farlo diventare rosso come una ragazza minorenne quando in mezzo a un parco inaspettatamente un maniaco le fa vedere l'uccello? Perché non posso giocare col Tuo buco, leccarne teneramente le pieghe e ficcarci dentro il dito, spingerci dentro i capezzoli di tutte e due le tette e strusciarmi addosso le Tue due natiche così lentamente che Ti si rizza l'uccello e Ti si induriscono le palle? Perché poi non Ti posso stendere sulla schiena e mordicchiarTi i capezzoli, sleccazzarTi l'ombelico e prendere in bocca le due palle una per volta, fino a farti mugolare e scureggiare per l'eccitazione? Perché adesso, proprio adesso, in questo momento, non posso prendere il Tuo uccello e mettermelo sotto l'ascella, ciancicarlo con i capelli e tirarne la pelle con le piante dei piedi, stuzzicarlo con i denti e lasciarlo poi di nuovo ammosciarsi, ficcarmelo in culo e poi tirarlo fuori e ficcarmelo nella fica e poi leccarne via i miei stessi umori? Perché non posso spompinarTi e portare in bocca lo sperma alla Tua bocca perché Tu lo inghiotta e Ti si blocchi un attimo in gola per via del suo sapore penetrante, che mi rimane sempre a lungo sulla lingua, sicché qualsiasi cosa mangio ha il sapore di un prodotto del Tuo uccello, e quando mangio pane e burro il sapore sembra quello di una scopata? Perché non posso metterTi con le spalle a terra e ficcarTi le tette in bocca perché Tu le ciucci con l'espressione di un lattante, a occhi chiusi e schioccando gustosamente la lingua sul palato? (…)



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  8. Non ci sono dubbi sul fatto che la lettera sia molto esplicita da non lasciare nessun dubbio sulle ben dettagliate richieste in un continuo e quasi ossessivo perché non posso.
    Penso che forse nella fantasia che si trova in ognuno di noi, (e che fortunatamente
    non ci viene richiesto di pagare una tassa anche per fantasticare)
    Tutti quei Perché possano trasformarsi in un è stato per ogni momento,per ogni gesto,per ogni richiesta solo PIACERE.

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  9. bellissimo, e chiavare in direzione della stratosfera è geniale :)

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tdx