scendendo dal treno a Termini ero di fretta, non avevo neanche mezz'ora per arrivare dall'altra parte di Roma.
Il tempo di prendere un trancio di pizza con la mozzarella fumante e mi sono incamminata verso la metro. Proprio mentre stavo pensando: chissà se lo becco...Zac! lo vedo proprio in cima alla scala mobile, insieme ad un altro ragazzo. Mi avvicino, mi vede e fa un movimento come piegandosi sulle gambe e sgranando gli occhi, tipo bum! Ciao. Capisce subito che non ho tempo.Vai di fretta? si si... è tardi... Poso i piedi su quei gradini metallici. Non mi giro, no, non mi devo voltare mi ripeto mentre do un morso alla pizza. Sono quasi arrivata in fondo che mi sento un braccio sulle spalle. Ma dove vai così di corsa... dove vai... vieni ti devo far vedere una cosa.
Una cosa?
Si, una cosa che non hai mai visto
Ah! Vorrei rispondergli che ho visto già tutto di lui. Poi non so perché mi immagino sia un nuovo tatuaggio, e lo seguo. Ma quanto sono ingenua, eh?
- Ma dove mi porti?? No, nei bagni no eh?
- Quando ti vedo... vedo o sole. Però mi piaci di più con gli occhiali, sai?
- Con gli occhiali?- Ah si ora ricordo, l'ultima volta, mentre leggevo gli orari dei treni avevo gli occhiali.
- Si sai perché? mi sembri una segretaria, una professoressa.
Ecco ora anche i giochi di ruolo ci mancano. Se penso a quanto ho odiato quelle lenti da ragazzina, ora invece scopro che a certi uomini eccitano pure... mah misteri dell'animo maschile... averlo saputo prima!
Non ho voglia, non ho voglia e ho poco tempo... arriviamo vicino ai bagni e si dirige verso un ascensore. Apre la porta e subito appena entriamo mi è addosso...
Io ho la borsa a tracolla sotto un'ascella, lo zaino sulle spalle, la pizza nella mano destra con la mozzarella che mi sta colando sul pollice e lui che mi infila le mani dappertutto.
- Ahio mi fai male! - Ma possibile che mi debba massacrare le tette ogni volta?
- Fatti toccare solo un po'... e intanto infila le mani sotto la gonna, poi dietro
- il tuo culo.. il tuo culo fammelo sentire... -
e intanto continua a schiacciare i bottoni, le porte si aprono ad ogni piano. Mio Dio è un incubo!
- No dai così non mi va- finisco la frase e mi caccio l'ultimo pezzo di pizza in bocca. Almeno una mano è libera.
- Ah preferisci sul treno eh?
- no, dai lasciamo stare... accompagnami alla metro
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I racconti erotici di Vuerre by Vuerre is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
martedì 28 febbraio 2012
lunedì 20 febbraio 2012
Sottovoce
Io e te non abbiamo bisogno di parlare. Dopo mesi di lontananza, il tuo sorriso e il tuo abbraccio. Lungo, silenzioso… strettissimo come solo tu sai fare. Mi togli il fiato. “Come stai?... come stai?” sei riuscito a bisbigliare con la testa infilata sulla mia spalla, tra i miei capelli. Il tuo odore. Di nuovo. Indimenticabile, la tua essenza. Le mie mani scorrono sulla tua schiena ampia, ti stringono. Hai il corpo di un uomo che è in grado di contenermi ma sei rimasto un bambino… sarai sempre tale per me. Quanto siamo rimasti così, in silenzio? Tanto da farmi sentire lo stomaco che si scioglieva, tanto da fare annacquare i miei occhi. No, niente lacrime oggi. Sto sorridendo mentre ti spogli velocemente e rimango incantata a guardarti. Quanto sei bello, lo sai? Non te lo dico mai, neanche stavolta. Perché mi incanto a guardarti, mi fai rimanere senza parole, senza respiro.
Ti ho avvertito che c'è gente in casa, sento dei rumori provenire dalla camera in fondo al corridoio. Ridacchiamo piano, sottovoce, quando ti butti sul letto. E' quella strana euforia che ci prende ora, per la bizzarra situazione, come due adolescenti che approfittano della momentanea assenza dei genitori. Non ridere, non ridere ora! Mentre mi inginocchio tra le tue gambe. Ecco si, ora non ridi più mentre te lo bacio, già eretto. Sei tutto splendido… questo te lo dico, e lo vedi quanto mi piace il tuo cazzo. Sorridi mentre mi dici che me lo dimentico ogni volta, che te lo dico ogni volta che lo rivedo. Dovrei non farne mai a meno di te e del tuo cazzo, lo so.
Penso di non averne mai visto uno più bello, ma non è solo questo che mi pone in tale condizione di adorazione. Si il tuo cazzo io lo venero. Adoro stare in ginocchio a leccarlo, a guardarmelo, a mangiartelo. E' decisamente lungo, grande tanto che non riesco a stringerlo tutto nella mia piccola mano, ha la pelle chiara percorsa da vene robuste, la cappella dalla forma perfetta che amo mordicchiare. Faccio scorrere la mano sull'asta, lo scopro tutto spingendo fino alla base e poi ci gioco, passo la lingua su e giù fino a vederlo sempre più turgido. Solo allora lo prendo in bocca. Lo adoro, ti adoro… ci starei le ore così. Invece tu ad un certo punto mi sollevi la testa:
- Ti ho detto cosa volevo per primo. Il tuo culo.
Se penso alle prime volte che ci frequentavamo, mi sembra una vita fa. Un giovane virgulto da educare a cui certe cose non piacevano. E quanto ci ho messo poco per istruirti! Tanto che ora è la cosa che ami di più.
Mi sollevi sul letto. Fai piano… fai piano non faccio che sussurrarti. Devo riabituarmi alle tue dimensioni… molto lentamente sento la cappella scivolarmi dentro. Dio quanto mi fai male. Ti pianto le unghie nella carne. Ti fermi e lasci che il mio sfintere si rilassi. Il fatto di non poter parlare ti rende stranamente tenero. Sono su un fianco mentre tu mi abbracci da dietro cingendo la mia schiena, con le mani sui miei seni e mi bisbigli all'orecchio che sarai delicato. Per poco. Quando senti il mio stretto anello che cede mi rigiri con la faccia sulle coperte ed affondi con decisione. Eccoti di nuovo tutto dentro di me. Ora il mio corpo ti riconosce, ti accetta. Si conforma a te, al tuo cazzo. Come allora, come farà sempre.
Il letto cigola, la mia mano tiene la testiera imbottita cercando di non farla muovere, la tua sopra la mia a controllare il movimento. Chissà se stanno sentendo… Quanto vorrei urlare mentre ricaccio la voce in fondo alla gola. Mi escono sommessi mugolii.
La musica dal notebook acceso sul comodino è terminata. Non copre più i nostri rumori Ne approfittiamo per cambiare posizione, mi prendi per le caviglie e mi sposti. Solo tu riesci a farlo, mi fai sentire una bambola, un oggetto nelle tue mani. Ora sul bordo del letto mi martelli forte.
Dal portatile acceso proviene un rumore. E' un contatto di skype che si connette, ed io so chi è a quest'ora. Il mio compagno di giochi.
- Aspetta, ti dico… aspetta… vuoi farti vedere?
- Cosa vuoi fare?
Sposto il pc sul letto, accanto a noi. Le mie dita si muovono febbrili sulla tastiera. Scrivo:
- Vuoi vedermi? Vuoi vedermi ora mentre faccio un pompino?
- Mia piccola troietta, sono già a cazzo dritto!
Ed ecco qui, lo spettacolo ha inizio. Un cerchietto rosso lampeggia… mi metto proprio di fronte. Vedo il suo torace nudo sullo schermo, ha il cazzo in mano e come in uno specchio osservo me alle prese con un altro uccelllo. Mi sollevo a guardarlo proprio negli occhi.
- Mi vedi, mi vedi?
- Si. Chi è lui?
Mi rendo conto solo ora che nessuno di loro vede il viso dell'altro, sono solo due corpi, due torsi, due gambe e due membri eretti su uno schermo. Mi dedico al cazzo reale, lo lecco, lo succhio forte e poi mi fermo, sollevo lo sguardo per guardare il monitor. E' così vicino che sembra qui anche lui, accanto a noi. Vorrei toccarlo, simulo il gesto di afferrarlo.
- Troia ti sento mugolare. Ora impalati, sali sopra di lui. Voglio vederti godere
Eseguo gli ordini, cingo i tuoi fianchi con le mie gambe e ti salgo sopra, lentamente. Faccio in modo che lui mi veda bene mentre guardo la sua mano che si muove su e giù lentamente. Accelero il mio ritmo seguendo quello delle sue dita fino a che diventa frenetico quando mi sente gemere. Mi vede mentre tu mi strizzi i capezzoli, me li succhi, mi afferri i fianchi e mi stringi forte. Sente le mie grida soffocate mentre esplodo scossa da fremiti e poi il tuo orgasmo che mi riempie, il suono gutturale della tua voce mentre ti scarichi nel mio corpo.
- Guardami ora. Guardami!
Faccio in tempo a vedere le prime gocce di sperma che ricadono sulla sua mano, e poi un fiotto zampillante verso l'alto, come una fontana lattiginosa e densa.
Tu anche lo vedi e sorridi, mentre io poso una mano sulla mia bocca e poi l'appoggio sullo schermo, a stampare un immaginario bacio sul suo sesso.
Buonanotte, ti è piaciuta la sorpresa?.....
mercoledì 15 febbraio 2012
Sono viva!
Ebbene si, eccomi qui. Non sono fuggita ai tropici con un venticinquenne dai muscoli scolpiti ma…
chiusa in casa da dieci giorni con l'influenza!
Febbre alta, tosse raffreddore e persino una bella congiuntivite batterica, non mi sono fatta mancar niente!
Torno presto con qualcosa di…hot!
Baci a tutti
chiusa in casa da dieci giorni con l'influenza!
Febbre alta, tosse raffreddore e persino una bella congiuntivite batterica, non mi sono fatta mancar niente!
Torno presto con qualcosa di…hot!
Baci a tutti
giovedì 2 febbraio 2012
Donne difficili
Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare, ma non lo danno a chiunque. Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire. Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere. Quelle che non si accontentano più. Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente, quelli buoni da quelli no. Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore. Quelle che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena. Quelle che vale la pena. Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri. Quelle con l'anima vicina alla pelle. Quelle che vedono con mille occhi nascosti. Quelle che sognano a colori. Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro. Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita.
Alma Gjini
Eh si... sono decisamente una donna difficile.
Grazie a Eclissi che mi ha fatto conoscere questo brano
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