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lunedì 11 aprile 2011

La cavalcata


Il racconto non è mio, ma ieri è accaduto qualcosa che me l'ha fatto tornare in mente... per chi non l'avesse letto... (tratto dal racconto il "Basco e Bijou" - Il delta di Venere di Anais Nin)

Leila porto' Bijou a cavalcare al Bois. Leila era molto bella sul cavallo, snella, mascolina e altera. Bijou appariva più opulenta, ma meno composta in sella. (...) Cavalcarono lentamente, chiacchierando tutto il tempo. Poi Leila si lanci al galoppo e Bijou la seguì. Dopo aver galoppato per un po', rallentarono di nuovo, con i visi arrossati. Bijou sentiva una piacevole irritazione tra le gambe e un certo calore su per le natiche. Si chiese se Leila provasse la stessa sensazione. Dopo un'altra mezz'ora di cavalcate, la sua eccitazione crebbe ancor più. Aveva gli occhi brillanti, le labbra umide. Leila la guardo' con ammirazione. "Cavalcare ti dona" le disse. La sua mano reggeva un frustino cone sicurezza regale, i guanti aderivano perfettamente alle lunghe dita, portava una camicia maschile con gemelli ai polsini. Il suo completo da cavallerizza sottolineava la snellezza della vita, dei seni, delle natiche. Bijou riempiva i vestiti con maggiore abbondanza. I seni erano alti e puntati provocatoriamente all'insù. I lunghi capelli erano sciolti al vento. E che calore su per le natiche e in mezzo alle gambe! Era come esser state strofinate con alcool, o con vino, e leggermente sculacciate da una massaggiatrice esperta. Ogni volta che si sollevava e ricadeva sulla sella, Bijou sentiva un formicolio delizioso.

 A Leila piaceva cavalcarle dietro e contemplare la sua figura che si moveva sul cavallo. Bijou, non ancora esperta, si sporgeva in avanti sulla sella e mostrava le natiche, rotonde e tese nei pantaloni da cavallerizza, e le gambe ben fatte. I cavalli erano accaldati e cominciavano a schiumare. Emanavano un odore molto forte che passava nei vestiti delle donne. Il corpo di Leila sembrava farsi sempre più leggero. Teneva la frusta nervosamente. Galopparono di nuovo, fianco a fianco ora, con le bocche semiaperte e il vento sul viso. Mentre le sue gambe stringevano i fianchi del cavallo, Bijou si ricordo' di come una volta avesse cavalcato sullo stomaco del Basco. Poi si era alzata, coi piedi sul suo torace e i genitali dritti sulla linea della sua visione, e lui l'aveva tenuta in questa posizione per la gioia degli occhi. Un'altra volta, il Basco si era messo ginocchioni sul pavimento e lei aveva cavalcato sulla sua schiena, cercando di fargli male con la pressione delle ginocchia nei fianchi. Ridendo nervosamente, lui l'aveva spronata a continuare. Bijou aveva le ginocchia forti come quelle di un uomo che cavalca e il Basco era stato preso da un'eccitazione tale che era andato in giro carponi per tutta la stanza, con il pene come una lancia in resta. Di quando in quando il cavallo di Leila alzava la coda, nella velocità del galoppo, e si frustava il corpo vigorosamente, facendo brillare nel sole il suo crine lucido. Raggiunta la parte più fitta della foresta, le due donne si fermarono e smontarono. Condussero i cavalli per le briglie in un angolo ricoperto di muschio, e si sedettero a riposare. Fumarono, e Leila aveva ancora in mano il suo frustino. Bijou disse: "Mi bruciano le natiche per la cavalcata." "Fa vedere," disse Leila. "Forse, visto che era la prima volta, non avremmo dovuto cavalcare così a lungo. Fammi vedere in che stato sei" Bijou slaccio' lentamente la cintura, sbottono' i pantaloni, li abbasso' un po', e si giro' perché Leila potesse guardare. Leila la fece mettere in ginocchio e disse: "Fammi godere." Finì di tirar giù i pantaloni per scoprire del tutto le natiche. Tocco' Bijou. "Ti fa male?" le chiese. "No, non fa male, è solo caldo, come se me l'avessero tostato." La mano di Leila si poso' sulle natiche rotonde: "Povere care!" disse. "Ti fa male qui?" La sua mano si spinse più giù nei pantaloni, più a fondo tra le gambe. "Lì è caldo e brucia," disse Bijou. "Togli i pantaloni, così' si raffredderà"disse Leila, tirandoglieli giù ancora un po' e tenendo Bijou in ginocchio, col sedere all'aria. "Che bella pelle hai, Bijou. La luce la fa risplendere tutta. Lascia che l'aria ti rinfreschi." E continuo' ad accarezzare la pelle di Bijou tra le gambe come avrebbe fatto con un micino. Ogni volta che i pantaloni minacciavano di coprire tutto un'altra volta, li ricacciava giù, togliendoli di mezzo. "Brucia ancora,"disse Bijou senza muoversi. "Se continua a bruciare," disse Leila, "dovremmo provare qualche altro rimedio." "Fammi quello che vuoi,"le disse Bijou. Leila alzo' il frustino e lo fece cadere, non troppo forte la prima volta. Bijou disse: "Questo mi scalda ancor di più." Ma io ti voglio più calda, Bijou. Ti voglio bollente lì giù. Il più calda possibile." Bijou non si mosse. Leila uso' di nuovo il frustino, questa volta lasciandole un segno rosso. Bijou disse: "E' così caldo, Leila." "Voglio che tu bruci laggiù," disse Leila "finché non potrai bruciare di più, finché non potrai più sopportarlo. E allora lì avrai i miei baci." Colpì di nuovo, e Bijou non si mosse. Colpì un po' più forte. "E' così caldo lì, Leila, bacialo," disse Bijou. Leila si piego' su di lei e le diede un lungo bacio là dove le natiche si aprivano nella valle delle parti sessuali. Poi colpì ancora. E poi ancora. Bijou contrasse le natiche come se le facessero male. Ma sentiva solo un piacere bruciante. "Colpisci forte" disse a Leila. Leila obbedì. Po le disse: "Vuoi farlo anche tu a me?" "Si," disse Bijou alzandosi, senza per tirarsi su i pantaloni. Si sedette sul muschio fresco, prese Leila sulle ginocchia, le sbotton i pantaloni e cominci a frustarla, dapprima delicatamente, poi più forte, finché Leila incominci a contrarsi e ad aprirsi a ogni colpo. Ora aveva le natiche rosse e brucianti. "Togliamoci i vestiti e saliamo sul cavallo insieme." disse a Bijou. Si tolsero i vestiti e montarono tutte e due su uno dei cavalli. La sella era calda. Ci stavano appena, appiccicate l'una all'altra. Leila, da dietro, mise le braccia intorno ai seni di Bijou e le baci le spalle. Cavalcarono un po' in questa posizione, con i genitali che strusciavano contro la sella ad ogni movimento del cavallo. Leila mordeva la spalla di Bijou e questa si girava ogni tanto a morderle il capezzolo. Poi tornarono al loro letto di muschio e si rimisero i vestiti. Prima che Bijou finisse di tirarsi su i pantaloni, Leila la fermo' per baciarle il clitoride; ma Bijou sentiva sopratutto le sue natiche brucianti e preg Leila di porre fine a quella irritazione. Leila le accarezzo' le natiche, poi uso' di nuovo il frustino, questa volta più forte, e Bijou si contrasse sotto i colpi. Leila le tenne aperte le natiche con una mano, in modo che il frustino si abbattesse nel mezzo, sull'apertura sensibile, e Bijou si mise a gridare. Leila continu a colpirla, finché Bijou si gir e incominci a dare dei forti colpi a Leila, furiosa per esser così eccitata e pure insoddisfatta, bruciante e incapace di far cessare quella sensazione. Ad ogni colpo che assestava, si sentiva palpitare tra le gambe, come se stesse prendendo Leila, come se la stesse penetrando. Dopo che si furono frustate fino a esser rosse e smaniose, si gettarono l'una sull'altra con le mani e lingue finché non raggiunsero il fulgore pieno del loro piacere.

2 commenti:

  1. E a chi o cosa avrai pensato?
    Magari a me per una bella cavalcata...
    certo che due dame sopra lo stesso cavallo
    mi procura forti emozioni
    non credo di farcela
    ma partendo da una snella e l'altra opulenta potrebbe essere un buon inizio per raggiungere poi traguardi più ambiziosi e..."abbondanti" come piacciono a me.

    Vuerre complimenti per il nuovo avatar!
    i tuoi interessi circa il mondo bdsm e del bondage affascinano anche me

    cavallo pazzo

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  2. Ciao cavallino, eh si immagino cosa avrai pensato...

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tdx