
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.
di Alda Merini, tratto da Clinica dell’abbandono
Alda la compianta Alda ha trovato in Vuerre la materializzazione degli scritti, infatti immagino le tue labbra unte di seme caldo che cerchi di leccare con piacere per poi leccarti fin dove puoi quello scolato sul seno per non perdere nulla di quei momenti, neppure la mistura di seme e nettare tuo sapori confusi da baci
RispondiEliminaChe meravigliosa poesia.
RispondiEliminaDavvero una grande, grande poetessa.