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martedì 6 luglio 2010

Ancora tu...




Sei di nuovo qui, nel “nostro” ristorante, seduto di fronte a me, con quel tuo sorriso che mi apre il cuore, ed i tuoi occhi malinconici, così tristi. Grandi occhi neri, profondi come l’abisso che ti si spalanca davanti quando ti guardi dentro… occhi fissi nei miei, che mi sciolgono sempre… ma stavolta no… stavolta non cadrò nella profondità delle tue orbite. Stavolta ce la farò a dirti di no.
Le rotte che hanno tracciato le nostre vite si sono allontanate, incontrate e nuovamente distanziate, eppure ciclicamente, come ad un porto sicuro approdi con la tua nave sgangherata, dalle vele rotte, in cerca di un riparo. So già che, come un pirata, mi prederai di tutto l’amore che non hai mai ricevuto, mi svuoterai, finché, pieno del tuo bottino, ripartirai per altri lidi…. E tu pensi che il mio bene sia inesauribile perché ogni volta torni ad abbeverarti a questa fonte, sempre più fiacca e prosciugata ormai.
Ecco, questa volta ho paura di non farcela. Sono stanca, tanto stanca dei continui assalti a questo cuore ormai logoro. Quanto vorrei diventare dura, fredda come una roccia, inattaccabile. Una fortezza inespugnabile con mura altissime su cui andresti a sfracellarti.
Invece no, conosci dove la mia carne è più tenera, vulnerabile, ed ogni volta ti ci insinui con delle lame lunghe lunghe e sottili, impercettibili all’ inizio, e scavi scavi… fino a svuotarmi.
Stavolta no, stavolta ti dico di no.

Terminiamo la nostra cena, usciamo fuori, respiro finalmente un po’ d’aria fresca in questa calda serata di luglio, sono libera. Ma mentre ci avviamo alla macchina, improvvisamente mi afferri per un braccio e mi giri verso di te, con forza. Non ho il tempo di reagire, affondi la tua lingua nella mia bocca in maniera quasi disperata, lasciandomi senza fiato. Mi distacco per respirare, è un attimo e mi baci nuovamente, le nostre lingue avvinghiate si scambiano umori… Mi travolgi. Il cuore mi batte in fretta mentre sento un languore nello stomaco, nelle viscere. E’ la mia paura e il desiderio che ho di te.



Entriamo in macchina e le tue mani sono subito su di me, sul mio seno mentre sussurri il mio nome, mentre la tua lingua continua ad infierire sui capezzoli, succhiandoli e mordendoli. Sai quanto mi piace questo gioco, sai quanto mi accende, e vuoi constatarlo subito. Una mano scivola sulla gonna, ne solleva il bordo alla ricerca della mia eccitazione, mi accarezzi lieve un ginocchio e poi risali tra le mie cosce, mentre sento i miei umori che si sciolgono. Trovi un tenue ostacolo nella stoffa delle mutandine già umide del mio miele, lo aggiri ed affondi le tue dita tra le mie labbra aperte. Ecco, hai vinto tu.
Quanto ti basta poco… così poco per farmi arrendere. Vorrei fermarti mentre riprendi a baciarmi e vengo investita dal tuo odore… odore che non ho dimenticato, tenero come quello di un bambino, come non ricordarlo. Osservo la pelle del tuo collo mentre ci affondo per annusarlo e baciarlo… chissà se quei tre nei sono ancora lì… Ti apro la camicia, voglio vederti tutto, il tuo petto, i tuoi capezzoli piccoli e teneri con cui mi piace giocare, mentre le mie mani scivolano sulla tua pelle morbida. Come sei bello tesoro mio, come è dolce la tua pelle, toccarti è come tornare a casa… ritrovo l’allineamento di quei nei deliziosi dietro la nuca, le tue spalle, scendo verso l’ ombelico ed accarezzo la linea di peli scuri sottostante. Tu mi prendi la mano e mi fai sentire la tua eccitazione, sento il tuo sesso rigido attraverso la stoffa dei jeans che preme per uscire. Allora ti abbasso la cerniera ed infilo una mano per prenderlo, finalmente è nelle mie mani, bello e turgido mentre lo accarezzo dolcemente. Ora oltre al tuo odore voglio sentire il tuo sapore…La mia lingua è su di te.. accarezza la cappella, poi scivola lentamente lungo le vene che si gonfiano al suo passaggio, mente ti sento fremere e gemere. Uno sguardo, colgo i tuoi occhi che mi osservano dall’alto, mentre la tua mano trova la mia testa, mi accarezza i capelli e poi preme la mia nuca verso il basso.
Ora ti assaggio tutto, la mia bocca si apre e si chiude inglobandoti dentro di me, mentre il nettare continua a scivolarmi tra le cosce. Ma voglio dedicarmi a te, soltanto a te, respirarti, assaggiarti, dissetarmi di te. Sei tu che riempi la mia fonte ora. Sento il sapore dolce del tuo sperma che guizza nella mia bocca, come un’onda in piena, mentre la tua gola esplode in un urlo fortissimo e prolungato, quasi un pianto, un ululato da animale ferito.
Ti guardo ora, così abbandonato con la testa reclinata e gli occhi chiusi, mentre sospiri e riprendi fiato. La tua bocca sorride. Ti accarezzo il viso e riapri gli occhi, ora hanno una luce diversa.
Il piccolo spazio è ricolmo dei nostri odori, dei nostri umori. L’aroma dei nostri sessi che si mescolano è l’eccitante condimento di questo antipasto.
Ora la tua voce è un soffio lieve:

-Andiamo a casa, voglio fare l’amore con te.


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Seconda parte. La panchina.

Appena entriamo in casa ti dirigi verso la camera da letto e in un attimo ti spogli, io rimango incantata a guardare la tua nudità, il tuo sesso eretto, le tue spalle, tutto il tuo splendido corpo mentre mi strappi quasi la camicetta di dosso, mi togli il reggiseno con dita frenetiche e cominci a succhiarmi i capezzoli, mi stringi i seni con le mani tanto forte da farmi male. Siamo vicini al letto e mi ci spingi sopra. Io ricado sul materasso morbido e quel piccolo balzo mi fa sorridere… sorridiamo entrambi mentre tu sei già nudo sopra di me, il tuo sesso sopra il mio ventre, mi sollevi la gonna, mi sfili le mutandine con una mano e con l’altra afferri alla base il tuo sesso e lo spingi dentro di me, prepotentemente. Mi lasci nuovamente senza fiato. Sei come una bestia affamata che cerca di saziarsi con la mia carne. Ed io te la offro, la mia carne, fino a farmi straziare, sempre. Affondi in me fino a risvegliare tutte le mie cellule, fino a possedere il mio ventre, il mio corpo, il mio cuore. Ti prendi tutto.



Ti guardo e per un attimo, pochi secondi, uno squarcio si apre nel velo dei tuoi occhi, ma è solo un momento. Un istante in cui ti sento veramente mio. E poi ritorni a scoparmi con foga, mi alzi le gambe sopra le tue spalle e mi trafiggi. Ti sento così profondamente in me, mi aggrappo alle tue spalle e mi sollevo fino ad aderire tutta a te, le mie unghie affondano nella tua schiena, occhi negli occhi, carne contro la carne.
Mi perdo nei tuoi occhi, ora brillano come i miei.
Sento il tuo alito sopra di me, sulla tua bocca, la tua lingua non mi lascia un istante, ora è più dolce di quel primo bacio, come se si fosse appagata.

- Vieni sopra- mi dici mentre improvvisamente esci da me.




Mi sollevo, a cavalcioni su di te, afferro il tuo sesso e lo guido dentro di me, poi mi abbasso lentamente, fino a impalarmi, riempirmi di te. Quanto mi piace stare così, cavalcarti e muovermi sopra di te, sentirlo durissimo, guardarti negli occhi mentre mi prendi i seni, mi strizzi i capezzoli, leccandomeli e succhiandomeli.

- Sei sempre la mia puttana, vero?
- Si… sempre

Ora sono io che accarezzo il tuo petto, i tuoi piccoli capezzoli, il mio clitoride sfrega sopra i tuoi peli, lo sento pulsare mentre tu sotto di me aiuti il mio movimento, mi prendi i glutei aprendomeli e spingendo ancora più forte.
Poi mi accarezzi il viso e mi dai le tue dita da succhiare, entrano nella mia bocca come ha fatto il tuo sesso poco fa. Io chiudo gli occhi per assaporare meglio quella sensazione, mentre sento i miei umori che colano sopra di te, accelero i miei movimenti, mentre mi inciti ed una scarica elettrica che mi avvolge tutta, come un’onda che parte dal mio clitoride e si propaga fino alle mie gambe, alla mia schiena, al mio ventre…
Mi accascio sopra di te, sul tuo petto. Sento il tuo cuore che batte ancora forte, mentre mi accarezzi dolcemente i capelli. Ma un attimo dopo ti sfili da sotto il mio corpo esausto mentre io rimango immobile, con il viso schiacciato sul cuscino a riprendere fiato, ancora immersa nel piacere che mi hai appena dato. Non riesco a muovere un muscolo, e tu mi rigiri come una bambola di carne, mi posizioni come vuoi tu, mi prendi per le caviglie e mi trascini ai bordi del letto.



Mi cingi con le tue braccia sotto il ventre e mi sollevi, mentre sei sceso, in piedi dietro di me. Mi sento esposta ed offerta alla tua vista mentre tu, non ancora sazio, entri nuovamente in me, affondando come dentro una mousse calda.



Mi piace stare in questa posizione, sento la mia carne che si apre per te, mi piace sentirti così profondamente in me. Le mie braccia si piegano, ora sono appoggiata sui gomiti mentre tu continui a martellarmi, inesorabile. Sento i tuoi colpi sul collo dell’utero, la tua cappella durissima, fino in fondo…

- Giù mettiti più giù!

Mi abbassi la schiena con forza, la mia testa è premuta sul materasso, rigiro il volto per prender fiato..ora mi fai male, mi fai male ma non dico niente, gemo di piacere e dal dolore, ma non ti supplico di fare più piano, no, perché so che questo aumenterebbe la tua eccitazione. Ti piace quando sono così, priva di difese, o quando ti scongiuro di smetterla… invece tu aumenti il ritmo, mi prendi per i capelli e me li tiri, mi sollevi e mi mordi la schiena… a volte spero che tu finisca presto, ma non è mai presto per te… mi fai godere due, tre volte, mi sfinisci dal piacere e finalmente sento il tuo cazzo che mi dilata sempre più, si gonfia e pulsa…dai tre colpi decisi e lo estrai dalla mia fica… mi inondi con il tuo seme caldo sulla schiena, sulle natiche



Ricadi sul letto, accanto a me. Ho le gambe indolenzite e le ginocchia mi tremano, mi sollevo e ti guardo, ci guardiamo negli occhi ora, stanchi. I nostri respiri che si placano, le mani che continuano a cercarsi, ad accarezzarsi, a sfiorarsi. Appoggio la mia testa al tuo petto, ti bacio le spalle e il collo mente tu mi cingi con il tuo braccio e con l’altra mano mi accarezzi i capelli, prendi un ricciolo tra le dita e l’attorcigli. Ora posso fartela la domanda:

- Ma tu, cosa vuoi da me?
Guardi il soffitto mentre mi rispondi:

- Affetto.

Perché questo imbarazzo? Perché non ci siamo mai detti cosa siamo l’uno per l’altra?Ti guardo e penso a quanti anni sono che entri ed esci dalla mia vita, o che mi allontano da te quando sento che mi stai chiedendo troppo, o quando non riesco a sopportare il peso della libertà che ti lascio, sempre. E che tu lasci a me.
Dieci anni. Dieci anni da quando ti ho visto la prima volta, con la tua bellezza spudorata, la tua gioventù sfacciata ed ho pensato che dovevi essere mio. Nonostante gli anni che ci separavano, nonostante non fossi libera, nonostante le convenzioni. Nonostante tutto. Dovevo averti. E così è stato.

Ed eccoci ancora qui. Un’altra volta. Mi chiedo se questa sarà l’ultima, a volte lo spero, perché non riesco a liberarmi di te, perché ogni volta ti riapro la porta, anche se credevo di averla chiusa.
Perché ogni volta mi dai gioie e dolori, perché mi perdo nel calore del tuo corpo mentre ti sono accanto, e penso che non ho mai provato per nessuno niente di così vibrante, così tattile, come se volessi assorbire il tuo corpo, il tuo odore, tutto di te. Ma il corpo è una esperienza continua di rinuncia, il possesso è solo transitorio, dopo c’è soltanto la privazione e il ricordo. Il corpo sfugge sempre, perché non si può appartenere a qualcun altro.

Ci rivestiamo lentamente, svogliatamente. Mentre mi accingo a rimettermi gli slip mi fermi:

- No, no, non te li rimettere, rimani così.
- Ma che devi fare?
- Non abbiamo mica finito, accompagnami giù.

Scendiamo le scale di corsa ridendo come due ragazzini, mi chiedo cosa mai vorrai fare…arrivati fuori dal portone, mi prendi la mano e ci inoltriamo nel parco di fronte casa. Di giorno ci giocano i bambini, di notte è un ritrovo per coppiette in cerca di riparo.

- Ma dove vuoi andare?
- Sshhh non farti sentire….

E’ buio ma le case intorno sono vicine, qualche lampione è acceso ed io conosco bene il posto. Saliamo un leggero pendio, c’è qualche cespuglio ed io mi dirigo verso quella zona, ma tu mi blocchi: - Andiamo lì. Accennando ad una panchina illuminata proprio sul vialetto.

- Ma sei matto! li ci vedranno tutti, anche dalle case di fronte!
- E’ troppo pericoloso là, almeno se arriva qualcuno qui lo vediamo



Io assecondo questo tuo folle desiderio, mi tornano in mente gli incontri nel mio ufficio sul tavolo della sala riunioni, con le finestre aperte sul cortile ed altre finestre, come occhi, ad osservarci. Quando dicevi che stare con me era come salire su una giostra. Ora pare che sia tu a condurmi in un gioco pazzo e senza regole.
Ci avviciniamo alla panchina, dagli edifici di fronte giungono voci di gente che termina una cena in terrazza. Tu mi fai mettere di fronte alla spalliera, io rido mentre appoggio le mie braccia li sopra:

- Ma che mi fai fare, che mi fai fare….e se ci vedessero?

Ridi anche tu mentre mi sollevi la gonna fino alla schiena, mi palpi le natiche, poi le tue mani cominciano a diventare più decise nei movimenti, le carezze lasciano il posto alle palme aperte che si sollevano e si abbassano velocemente sui miei glutei. Un colpo a destra ed uno a sinistra, il suono echeggia nel silenzio del parco. I tuoi colpi mi fanno sbattere il ventre sopra le assi della panchina, sento la pelle che si scalda e comincia a bruciare. Continui a colpirmi, poi ti fermi un attimo, io riprendo fiato e mi sollevo leggermente, buttando un occhio alla terrazza di fronte a noi. Sembra che il mormorio continui senza interruzione.
- “Stai ferma, non ti muovere…”dici mentre la tua mano costringe di nuovo la mia schiena ad abbassarsi. Sento il rumore della tua zip, intuisco che ti stai aprendo i pantaloni ed anche cosa farai tra poco. Con le mani mi apri le natiche, ci introduci prima un dito che hai bagnato dei miei umori, poi un altro, e poi il tuo sesso che si fa strada scivolando lentamente ma con decisione, dilatando il mio ano.

- Fai piano, fai piano che mi fai male!

Ecco la frase che non dovevo dire… invece tu appena mi sei dentro cominci a spingere, sento le pareti che cedono e si aprono, e il dolore lascia il posto al piacere. Ora mi piego ancora di più sulla panchina, appoggio le mie mani oltre la spalliera, le mie gambe si tendono ed irrigidiscono. Lo voglio sentire tutto dentro, tu afferri saldamente i miei fianchi con una mano e con l altra i capelli e mi tiri su la testa, fino a farmi formare un arco con la schiena… sento il mio sesso grondare e il clitoride che continua a pulsare mentre mi riempi e continui a muoverti lentamente dentro di me. La sensazione è così forte, il tuo cazzo così duro che lo sento sfregare anche nella fica, sto godendo e non riesco a trattenere le mie urla di piacere … una scossa fortissima e travolgente. Tu continui fin che non sento la tua cappella che si gonfia e freme, comincia a pulsare. Il tuo sperma caldo mi invade le viscere, percepisco le contrazioni mentre godi dentro di me e poi il tuo seme che cola fuori, scivolando sulla mia fessura.

Bentornato, amore.


©Copyright 2010- I racconti erotici di Vuerre

17 commenti:

  1. Brava Vuerre,
    descrivi bene quando la donna deve compiacere il suo uomo.
    Mi piace questa perversione innocente che rende colorato il tuo racconto.

    Chiara

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  2. Wow! Bello, l'anale!

    Ma...volevo chiederti: la storia del centro estetico che hai scritto su "AlFemminile" è vera oppure è una storia di fantasia?

    Se è vera, ci sono stati sviluppi?

    Mark

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. L'ho letto e riletto tutto di un fiato, le immagini sono integranti al racconto.
    Da piacevole rivelazione ti stai confermando scrittrice erotica di cultura molto raffinata.
    Tanto di cappello,
    cavallo pazzo

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  5. Grazie a tutti!pensavo fosse molto lungo, ho tagliato alcuni passaggi...
    Cavallo pazzo sei sempre attentissimo!!
    @Mark, la storia è vera si e purtroppo, per ora, non ci sono stati sviluppi!! Ahhh ma vedo che mi seguite!!

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  6. Carissima Vuerre, questo racconto ha risvegliato i miei sensi a tal punto che leggendoli dall'iPhone direttamente dal mio lavoro, non ho potuto che restare in una posizione particolare in modo tale da non far notare la mia imbarazzante eccitazione. La storia ha qualcosa di estremamente erotico, quasi al limite della pornografia immaginaria, che mette fuori controllo la possibilità di poter ragionare in maniera adulta.
    Ovviamente non voglio dirti che avrei preferito non immaginare ma mettere in pratica il tutto.
    A questo punto un bacio dove vuoi, ciao
    Apusantilia

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  7. Ahhhh è una storia vera!! Non immaginaria!!
    soltanto che l'episodio della panchina è accaduto in un momento prcedente.. qui ho fatto succedere tutto insieme!!
    Accidenti ti sei eccitato a tal punto??
    sono contenta che i racconti facciano effetto...
    bene continuo su questo stile allora?' ma ne ho altri più soft c'è anche chi ama più questo genere...
    ho pure tolto una frase che mi sembrava troppo hard

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  8. Eroticissima, sei l'amante per antonomasia, arrendevole, recettiva, intelligente e con un corpo divino.
    Mi hai eccitato e ti ho "sentita" in tutti i tuoi godimenti che sono stati reali più di quelli veri.
    Francesco

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  9. muà muà muà

    Apusantilia

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  10. Mi è sfuggito il taglio troppo hard...
    a me personalmente piacciono al naturale i tuoi racconti senza ritocchi come le forme femminili.
    Ti posto questo link riguardo la "sculacciata"
    http://www.decitre.fr/gi/29/9782869679429FS.gif
    Spero che ti sia utile,
    cavallo pazzo

    p.s.
    accontenta se possibile gli amanti del genere soft e gli amanti del genere hard per par condicio
    bye

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  11. BELLISSIMO VU SEI ECCEZIONALE .......
    L'ECCITAZIONE ARRIVA ALLE STELLE BRAVISSIMA
    LUTH

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  12. Eccitante e' dir poco!
    Fai...venireeeeeee!!!!

    Lucax30

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  13. ah ah ah...
    grazie!!
    @cavallo pazzo: grazie del consiglio per la lettura e... lo stile... ne ho proprio pronto un altro più soft

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  14. bellissimo il racconto complimenti....sembrava di vedere un film piu che leggere un racconto talmente l'hai descritto bene

    baci
    kinky

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  15. riletto è ancora piu' "appassionante"
    bravissima VU

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  16. complimenti vuerre,racconto davvero molto eccitante ...
    sopratutto la parte della panchina, la mia immedesimazionen in questa parte del racconto è stata molto "coinvolgente" ...

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  17. Grazie Anonimo... mi piacerebbe tu ti firmassi...

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tdx