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I racconti erotici di Vuerre by Vuerre is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
martedì 13 luglio 2010
Amore timido
Le nostre mani appoggiate al muretto, davanti a noi lo spettacolo della campagna addormentata, qualche luce nella notte, la cupola del cielo stellato e uno spicchio di luna sottile come un'unghia.
Una leggera brezza riempie le mie narici del dolce odore dei tigli del viale sottostante.. aspiro a lungo e sospiro...Non avresti potuto trovare scenario migliore. Eppure ancora non lo fai, non mi baci, la mia mano è così vicina alla tua che ti basterebbe poco per sfiorarla, piccolo amore timido, ed invece mi guardi e sei senza parole, e si è fatto tardi ormai…
Arrivati di fronte casa apro il pesante portone, mi saluti mentre accendo la luce dell’ingresso e ti sorprendi nel notare il pozzo, la cancellata di ferro battuto... ti lascio entrare.
Ti guardi intorno e poi:
- Ciao, ora vado
Un casto bacio sulle guance… forse inavvertitamente posi le tue labbra all’angolo delle mie… e pian piano il tuo viso si gira del tutto, la tua bocca ora preme sulle mie labbra, e la tua lingua dolcemente mi esplora.
Ho ancora una mano sull'anta del portone aperto, lo lascio andare mentre tu mi baci lentamente, a lungo. Poi lascio cadere anche la borsa mentre la luce a tempo delle scale si spegne. Ti appoggi al muro a mi avvicini a te cingendomi la vita, sento la tua eccitazione mentre continui a baciarmi... lentamente mi apri la giacca in cerca dei miei seni. Ti intrufoli sotto la scollatura, trovi i capezzoli e me li baci, la tua lingua è dolce e delicata, mentre le tue mani ora da quell’abbraccio dietro la mia schiena si insinuano dall’ alto sotto la mia gonna, una mano sulla vita scende lentamente sotto i miei slip, accarezza le natiche e compie un giro, circumnavigando il mappamondo dei miei fianchi fino al meridiano centrale, il tuo obiettivo. Sorrido pensando al lungo viaggio che ha compiuto quella mano per arrivare a destinazione. Non è diretta, prepotente come le mani di tanti altri, dalle dita maleducate, che non chiedono permesso...No, le tue dita aspettano che la mia intimità si scaldi, si addolcisca e sbocci, l’ accarezzano a lungo strappandomi gemiti di piacere che echeggiano per le scale.
Rimaniamo così per qualche minuto, la tua lingua lentissimamente mi bacia, mentre le tue dita scivolano in me, piano.
Sento i miei sospiri amplificati dalla risonanza dell’androne, siamo in penombra ma qualcuno potrebbe scendere le scale, o aprire il portone e ci troverebbe lì dietro, in una condizione inequivocabile. Le mie labbra si staccano dalle tue per fare uscire poche parole:
- Saliamo a casa?
- Si, saliamo a casa
Mi avvio per prima, tu dietro di me di diversi gradini… immagino il tuo sguardo sul mio bacino ondeggiante di fronte a te…. chissà a cosa pensi, se sei ancora eccitato o se hai paura, paura della donna che hai davanti mentre tu sei soltanto un ragazzo.
Arrivata al pianerottolo mi fermo e mi volto ad osservarti, ti aspetto. Il tuo sguardo è esattamente come lo immaginavo, intimorito ed acceso al tempo stesso. Abbiamo il fiato grosso, sarà l’eccitazione, saranno le scale che ci fanno ansimare leggermente mentre introduco la chiave nella porta. Il tempo di lasciare all’ ingresso la borsa e di togliermi la giacca che tu mi abbracci e torni a baciarmi in quel modo, senza parlare. Mi avvicino al divano, mentre tu lentamente cominci a spogliarmi sempre senza distogliere le tue labbra dalle mie… la camicetta, il reggiseno….poi mi sfili la gonna, con una calma che mi sorprende e prolunga ancora di più la mia eccitazione.
Penso all’ultima volta su questo stesso divano, ad altre mani più decise che mi afferrano, mi stringono le natiche, rivedo me stessa girata e piegata sotto i suoi colpi….la mia testa che sbatte sulla spalliera, i miei e i suoi sospiri, la sua voce che mi dice parole oscene ed eccitanti, ed altre dolcissime. Mi pare di sentirne ancora il suono.
Invece tu non dici niente, mentre lui ancora continua ad apparire come un fantasma dentro le mura di questa casa. Vorrei tanto che se ne andasse, che mi lasciasse libera…
Mi adagi delicatamente sui cuscini continuando a spogliarmi, mi baci il ventre e l’ombelico e mi sembra che nessuno mi abbia mai toccato così. Finalmente mi abbandono, reclino il busto e la testa all’ indietro, piegata dalla tua dolcezza. Ora chiudo gli occhi, si, li chiudo, e spero che quando li riaprirò le immagini che popolano la mia testa se ne siano andate, per sempre.
Non penso più a nulla… oggi non sono la tigre che graffia e divora la carne, non sono l’animale selvatico, la puledra che cavalca la sua preda, no. Sono una gatta in cerca di carezze, una bambina spaventata dagli spettri partoriti dalla sua stessa mente.
Sei in ginocchio accanto a me, mentre accarezzi ogni centimetro del mio corpo. Mi baci i seni, avverto il calore della tua bocca e l’umido della tua lingua che lambisce i miei capezzoli, il tocco delle tue labbra che tracciano una scia di piccoli baci che scendono in basso, si soffermano sull’ ombelico, sfiorato dalla tua lingua. Scendi ancora più giù, sento le tue dita sulla mia rosa umida, e poi la tua lingua sul mio clitoride, mi assapora come fossi un frutto succoso, bevendone gli umori. Le tue dita si insinuano in me, scorrono delicatamente dentro e fuori, avverto la consistenza dei tuoi denti che pizzicano il mio clitoride… lo sento pulsare sotto quella stretta. I miei sensi sono tutti concentrati su quel bocciolo umido, vibrante, fino a che lo sento palpitare più forte, fremere ed esplodere come una stella che mi irradia tutta con il suo calore, scuotendo il mio corpo.
Apro gli occhi…. Ora ci sei soltanto tu, piccolo amore timido.
©Copyright 2010- I racconti erotici di Vuerre.
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Complimenti per la descrizione così dettagliata nei particolari.. mi rivedo nel giovane ragazzo.
RispondiEliminaSignificativa l'immagine della presa per i capelli..per non parlare della scala.
Cavallo pazzo
La dolcezza accompagnata dalla lentezza è la goccia continua e instancabile che penetra in profondità facendo affiorare la concentrazione di piacere che hai in corpo. Esplode, coinvolgendo ogni cellula facendola partecipare al banchetto di piacere e passione.
RispondiEliminaSei magnifica nel coinvolgerci!
grazie! gutta cavat lapidem :-)
RispondiEliminaSei una goccia desiderabile e ambita! Scavami!
RispondiEliminaAhhhhh!! ma la goccia non era l'effetto che faceva lui??
RispondiEliminasiii ti scavo tutto!! :-)