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I racconti erotici di Vuerre by Vuerre is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
venerdì 11 giugno 2010
L'UFFICIO
Mi ha chiamato prestissimo questa mattina con la scusa degli auguri di Natale, mancano pochi giorni:
- "Ho un regalino per te, vedrai, ti piacerà molto… "
Ha quasi sussurato al telefono.
- " Ti aspetto oggi pomeriggio, sul presto, che non c'è nessuno in ufficio
. Ripenso alla sua voce allusiva mentre mi preparo per l'appuntamento, il pensiero di vederlo tra poche ore mi eccita, e mi vesto quasi in trance. Decido di indossare un completino blu, reggiseno e perizoma con una canottierina con fiori di pizzo trasparente dello stesso colore. Mi sembra non l'abbia mai messa con lui. …..
Mi ha aspettato sotto l’ufficio, lo scorgo da lontano, chiuso nel suo giaccone, le spalle un po' piegate e raccolte per il freddo… chissà quanto è che mi aspetta… l’ansia di vedermi l’avrà fatto scendere in anticipo. Mentre mi avvicino ecco che mi vede, lo guardo dritto negli occhi, ma lui non sostiene il mio sguardo, che immediatamente si abbassa. Bisbiglia appena un "Ciao" e mi volta subito le spalle, con un veloce giro su se stesso, mi precede e cammina velocemente davanti a me.
Hai tanta voglia, vero? L'ho capito dai tuoi occhi, lo intuisco dalla velocità dei tuoi passi. Immagino il tuo cazzo dentro gli slip, nascosto dagli strati degli abiti invernali. Immagino che già si sta risvegliando…al telefono mi dici sempre che ti basta la mia voce per fartelo diventare duro… ed ora che sono qui… cosa starai provando ora?
Entriamo in un grande androne, siamo come sospesi in questo silenzio pesantissimo, aspettiamo l’ascensore e saliamo. Appena le porte si chiudono comincia a toccarmi, il mio cappotto è aperto e lui prende i miei seni, li stringe con forza, trova i capezzoli che si sono già induriti sotto la sottile barriera della stoffa e con le dita e me li tortura dolcemente. Le sue mani tentano di infilarsi sotto il cardigan, arrivano a sfiorare la mia pelle. Sento un languore al basso ventre, come un calore che sale dal basso fino nella pancia, che mi attorciglia lo stomaco….. Anche lui è eccitato, lo percepisco dal suo respiro, ed allora anche io allungo la mia mano verso di lui, lì, tra le cosce e lo trovo duro… così duro che me lo immagino uscire dalle mutande, la cappella che sbuca dall’elastico e che gli fa male..
Ecco che l'ascensore rallenta, le porte si aprono e ci ricomponiamo un po’… per fortuna non c’è nessuno. Mentre esco sento la mia fica che si addolcisce, una piccola lacrima l'abbandona proprio mentre comincio a muovermi.
Veloci dobbiamo fare veloci, prima che qualcuno ci veda. Camminiamo ed ancora camminiamo per il lungo corridoio silenziosi come due ladri, lui sempre avanti che mi fa strada ed io dietro. Cerco di non fare rumore con i miei tacchi. Questa leggera ansia fa salire la mia eccitazione.
Ecco il suo ufficio finalmente, ha una porta a vetri che apre con una chiave, e solo ora leggo il suo cognome…MA… solo ora realizzo che dopo tante volte che ci siamo incontrati non so neanche come si chiama. Si potrebbe dire che non ci conosciamo… lui non mi chiede niente, io non gli chiedo niente. Mi cerca quando ha voglia di scopare, così, frettolosamente, velocemente, come fosse un piacere rubato e d’altra parte lo è perché siamo impegnati, perché possiamo dedicarci solo qualche ora, qualche minuto di una qualsiasi giornata, una giornata di lavoro che diventa speciale solo per poco tempo. Poi, dopo, velocemente, tutto ritorna come prima, ognuno alla sua quotidianità con addosso un'emozione in più, un ricordo per i giorni a venire, un odore che rimarrà sulla pelle fino a che non verrà lavato via da un altro giorno, da altre mani che ti toccano in altro modo, da altri ricordi che si sovrappongono.
Appena entriamo richiude subito la porta a chiave, sposta una sedia e ci si siede sopra.
Io so già quello che vuole, e senza parlare mi inginocchio davanti a lui, gli apro la cerniera e libero il suo cazzo gonfio da quella prigione. Eccolo finalmente… tanto duro che la cappella è rossa.
La lecco un pochino per rinfrescarla e farla riprendere da quella costrizione. Lui sembra gradire allora continuo con la lingua su e giù per tutta l’asta ma ancora non lo prendo in bocca. Mi piace sentire il suo desiderio che sale sempre più, ma non è ancora il momento. Dovrai aspettare!
Intanto lo lascio un attimo e comincio a sbottonarmi il cardigan.
Se ne sta così seduto con il cazzo duro, i pantaloni abbassati, mi guarda mente io mi libero del maglione e scopro la canottiera blu di pizzo trasparente, mi avvicino, sgancio il reggiseno, lo sollevo e lui intravede i miei seni gonfi da quella stoffa blu. Sospira qualcosa ma non riesco a capire, poi avvolge i miei seni con le sue piccole mani, tanto piccole che non riesce a contenerli tutti: - Che tette… che tette che hai…
Mi inginocchio nuovamente, glie lo prendo e lo infilo tra i seni, con le mani li stringo ai lati come a farlo soffocare lì in mezzo, lui lo muove su e giù ed intanto io con la lingua gli lecco la cappella quando esce fuori.
- Oddio così mi fai venire subito!
Quasi un urlo. Mi blocca il corpo. No, non devi venire ora, non ancora, voglio succhiartelo per bene e non ho nemmeno cominciato. Dopo un po’ mi spinge la testa nuovamente lì, verso il suo sesso eretto.
Stavolta glie lo prendo in bocca, tutto dentro, su e giù, ogni tanto mi fermo a guardarlo e a leccarlo un po’. Mi piace vederlo così duro, le vene gonfie che sembrano quasi scoppiare, mi piace leggere nei suoi occhi il desiderio e lo guardo negli occhi mentre lo spompino. So che gli piace, so che agli uomini piace quello sguardo dal basso, perché sembri sottomessa, che sei nelle loro mani. In realtà sono io che ho il potere, io che li ho in pugno e che conduco il gioco, io che tengo il loro delicatissimo sesso nella mia bocca che è morbida e calda, ma può anche mordere. Se voglio posso staccartelo con i denti in un colpo solo, sai? Ma non lo faccio.. anche se mi piace mordicchiarlo un pò appena appena sulla cappella e poi leccarlo tutto intorno come con un gelato. E riprenderlo ancora dentro e succhiarlo forte fino a farlo godere, sentire la cappella che si gonfia sempre più, poco prima di arrivare a quell’esplosione. Mi schizza direttamente in gola, quasi mi soffoca con il suo sperma e non posso fare altro che inghiottire, mentre lo sento gemere, mentre sento le sue scariche dentro la mia bocca, una, due, tre volte. E poi solo delle leggere vibrazioni, come delle scosse.
"Solo tu ci riesci, solo tu mi fai venire così… subito" La sua voce ora è più calda e rilassata..
Rimane un attimo così in estasi mentre io mi ricompongo. Ho nella bocca il sapore del suo sperma, del suo sesso e mi piace assaporarlo ancora un po'. Lo guardo così abbandonato, con gli occhi chiusi, ma dopo poco la sua mano si risveglia, e risale lungo la mia gamba, sopra la pesante stoffa dei miei jeans neri. All'improvviso apre gli occhi, la mano ora è in mezzo alle mie cosce, percepisco il suo calore e lui il mio. Mi prende per i fianchi e mi rigira di fronte a sé, apre la cerniera e mi abbassa i pantaloni che scendono appena a metà coscia. Sento le sue dita che frugano sotto il perizoma, si insinuano con dolcezza fino ad arrivare alla mia fessura gocciolante di piacere.
- Ma sei bagnata! –
Perché ti stupisci, mio caro, perché vi stupite sempre nel trovarmi eccitata quando mi dedico al vostro piacere? Forse che pensiate che lo faccia solo per voi?
Mentre mi perdo in queste riflessioni lui all'improvviso ha un sussulto e ritrae velocemente le sue dita da dentro di me.
- Il regalo! Ti devo dare il regalo!
E mentre lo dice una strana luce balena nei suoi occhi, di eccitazione mista a gioia. Apre con la chiave il cassetto della scrivania e tira fuori un pacchetto rettangolare, la carta è scura, non riesco a percepire dalla forma cosa possa essere. Me lo appoggia sulla mano come se fosse qualcosa di preziosissimo e delicato mentre mi dice:
- Tieni, è tuo….
Mi sento come una bambina che scarta i regali sotto l'albero il giorno di Natale, sono curiosissima e stuzzicata dalle sue occhiate allusive, e strappo la carta del pacchetto senza pensarci troppo.
Ecco allora che una scatola trasparente ne rivela il contenuto: è un fallo, un bellissimo vibratore dalla forma e sembianze molto realistiche, proprio come piacciono a me! Ne avevamo parlato, tempo fa, e si è ricordato dei miei gusti.
- "Ma dai! Che bello! E' tutto per me?"
Sono eccitata e confusa dall'imbarazzo, non credevo sul serio potesse comprarmelo, era un giochino verbale quello che avevamo fatto al telefono, ed invece…
Lo tiro fuori dall'astuccio, sembra proprio vero, è morbido e con le vene il rilievo, anche il colore è naturale, lo prendo in mano e mi sembra così strano che non faccia parte di nessun corpo… è solo un oggetto inanimato.
- "Però lo tengo io qui, voglio che lo usi solo con me, sarà il nostro piccolo segreto."
- "Va bene."
E mentre finisco la frase comincia a baciarmi, mi mette una mano su un seno e raggiunge il capezzolo, non appena lo sfiora si indurisce. L'altra mano ritorna ad insinuarsi tra le mie cosce, là dove le sue dita mi avevano lasciato poco fa, riprendendo quella dolce esplorazione. La mia eccitazione è palese, lui se ne accorge, si abbassa e comincia a baciarmi tra le grandi labbra, e con la punta della lingua intorno al clitoride, mentre beve il succo che continua ad uscire da me.
Io rilascio le dita che tenevo serrate, e ciò che prima tenevo stretto finisce sulla scrivania come un arnese inutile. Sono in piedi ma così rilassata, che devo appoggiarmi al tavolo per non cadere. Lui capisce, si solleva e rigirandomi mi sussurra all'orecchio:
- "Vieni, mettiti così…"
Mi fa mettere piegata, con i gomiti appoggiati alla scrivania, le mani sopra le carte che lui intanto tenta di spostare, mentre rimane incollato dietro di me. Percepisco la sua eccitazione, il suo fiato caldo vicino al collo, mi mordicchia leggermente proprio sotto l'orecchio mentre sento il suo cazzo duro che si struscia sopra le mie natiche, ed infine mi divarica leggermente le gambe ed entra dentro di me, senza nessuna difficoltà, si infila come la lama calda di un coltello che entra nel burro, facendomi sciogliere e sciogliere ancora. Come burro fuso. Non riesco a trattenere un gemito ma lui mi continua a bisbigliare - Sssshhhhh nell'orecchio, perché dobbiamo fare piano, non dobbiamo farci sentire. Mi eccita che mi parli piano, questa tensione e timore di essere scoperti . Mi giro un attimo verso la porta e mi rendo conto solo ora che siamo vicinissimi, che la smerigliatura del vetro non basterebbe a coprirci, se qualcuno vedesse dei movimenti sarebbe tutto così evidente…. E mentre la leggera ansia aumenta le mie pulsazioni, lui entra ed esce dentro di me con forza ma in silenzio, cercando di non far rumore. Mi abbasso ancora di più sul tavolo, mi ci stendo quasi sopra, lo voglio sentire tutto dentro fino in fondo…. ed intanto i fogli e le scartoffie volano via dalla scrivania, incuranti di tutto. Mi piace stare in questa posizione, mi sento sbattuta e riempita dal suo cazzo che diventa sempre più duro, si addossa alle pareti della mia fica dilatandola ancora di più. E mentre mi sento così piena lui improvvisamente si ferma e si ritrae, ma con una mano sulle natiche mi tiene ferma in quella posizione. Perché? Non riesco a capire né a vedere cosa succede dietro la mia schiena, giro leggermente la testa ma non lo scorgo, percepisco dei movimenti sul tavolo e forse ho capito cosa ha intenzione di fare… va bene rimango così ferma, non mi muovo.
Ecco che torna più vicino, con le mani mi apre le natiche e me le bacia. Ci insinua la lingua che accarezza l'anello e con un dito comincia ad allargarmelo un po', lo bagna con i miei umori, e poi anche con la sua saliva… mi sembra di impazzire mentre ci infila ancora un altro dito…sento che non fa resistenza, sono completamente rilassata ed abbandonata mentre continua a muovere le sue dita dentro di me….. Ora ti voglio dentro di me,voglio il tuo cazzo ora. Ed ecco che sfila le dita mentre io rimango in attesa senza muovermi, so già cosa mi aspetta. Lo appoggia sul buchino tra le natiche, lo divarica e poi comincia a spingerlo dentro piano. E’ così grosso e non è caldo, capisco che non è il suo cazzo. Ha preso il vibratore e mi sta inculando con quello.
- Fai piano fai piano che mi fai male!
Mi irrigidisco e mi contraggo, sento gli anelli dello sfintere che si stringono intorno ad un cazzo di gomma, potrei stringere ancora un po' e buttarlo fuori, come un corpo estraneo…
- Si si scusa, faccio piano, ecco, va bene così? Piano piano….ecco …
E di nuovo mi fa riaprire come un fiore che sboccia, non oppongo più resistenza, ora, e facilmente lo affonda dentro di me, riesce a farmelo entrare tutto dentro, lo sento…. Il dolore iniziale si è trasformato in piacere, una sensazione così forte che mi toglie il fiato, vorrei urlare ma reprimo la mia voce, mi escono solo dei sommessi mugolii
Il suo sesso che finora si era strusciato sulle mie natiche, ora sento che si fa strada tra le grandi labbra ed entra nuovamente in me. Mi fa divaricare bene le gambe per mettermelo dentro fino in fondo mentre con la mano tiene l'altro di gomma al suo posto. Davanti e dietro, mi sento impalata, riempita fino nel ventre, nelle viscere, e immagino che ci sia un altro uomo con lui, un altro che mi fotte così , senza parlare, come è accaduto altre volte, proprio con lui.
Me lo sussurra all'orecchio:
- Ti piacerebbe che fosse un altro cazzo, vero? ma ora sei solo mia!
Ora mi vuoi tutta per te, vero? E non gli diciamo niente, no, al tuo collega, lo lasciamo fuori da questa porta. Il mio amante depravato che ama vedermi insieme ad altri uomini, ma che improvvisamente diventa possessivo se si sente privato del suo giocattolo, o se, ancor peggio, la sua bambolina decide di fare tutto da sola, di godere senza la sua presenza, in uno sprazzo di autonomia.
Mentre siamo così incastrati, avvinghiati, improvvisamente un'ombra dietro il vetro, la maniglia che si abbassa repentinamente mentre la porta rimane chiusa. Mi chiude la bocca con una mano e rimaniamo immobili, la mia schiena contro il suo ventre, non un sospiro, non una parola fra noi. Resta dentro di me, rimangono dentro di me tutti e due, e mentre il cuore mi arriva fino in gola sento che non ha perso la tua erezione, è ancora duro dentro di me. Passa qualche secondo e dall'altra parte del vetro ritorna il silenzio e lui riprende a muoversi, prima lentamente, poi sbattendomi sempre più forte, mi prende i seni che si muovono sopra la scrivania, me li avvolge tutti e due in un abbraccio, strizzandomi i capezzoli, tirandomeli forte mentre continua a muoversi, sa quanto mi fa godere quando me li tocca così, e muovendosi con il suo corpo spinge anche l'altro cazzo dentro di me. Il mio orgasmo arriva all'improvviso, liberatorio, come un 'onda che sale dal mio clitoride, dalla mia fica, dal mio culo, passando per le viscere e lo stomaco. Arrivato alla gola finalmente si libera .
Poco dopo sento il suo cazzo che si gonfia e si indurisce sempre più dentro di me, e capisco che sta per venire, affonda due, tre volte e poi lo ritrae appena in tempo, percepisco i fiotti del tuo sperma caldo sopra le mie natiche. Per un attimo si abbandona sopra di me, ma le mie gambe tremano e non sostengono più quella posizione, sono irrigidita e stanca, le braccia mi fanno male, i seni sono schiacciati sopra la scrivania, mi sollevo lentamente e piano piano mi sfila anche il cazzo di gomma. E’ uscito da me, sono usciti da me, e la sensazione di vuoto che provo all'improvviso mi è insopportabile.
Mentre ci rivestiamo mi dice:
"Sai di chi è questa scrivania? E' la sua… l'ho fatto apposta a farlo qui sopra, spero che domani noti la confusione e se ne accorga.
©Copyright 2010- I racconti erotici di Vuerre
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wow... veramente molto bello... complimenti
RispondiEliminaGrazie anonimo... e perché non ti firmi?:-)
RispondiEliminaBello, bello, bello, si vede che le donne hanno molta più fantasia. Dettagliato e lungo, non scontato ed un crescere di emozioni.
RispondiEliminaCiao insaziabile Vuerre, un ciao da Cicciopasticcio.
Le mani piccole corrispondono alle mie :-)
RispondiEliminaComplimenti per la scelta delle immagini attinenti al racconto davvero sensazionale.
Sei una garanzia!!!
See ya,
cavallo pazzo
Quando entrerò in ufficio non potrò fare a meno di cercarti, forse sarai dietro la porta ad aspettarmi. Erotica, solo questo ti si può dire.
RispondiEliminaGiunisca
Grazie, pensavo fosse troppo lungo, è uno dei primi che ho scritto, sono contenta che l'abbiate letto tutto ed apprezzato!
RispondiEliminaKisses
Spelndido, molto coinvolgente
RispondiElimina1spiritelloporcello
vu ciao, complimenti per il tuo racconto bellissimo, eccitante e di tanta goduria silenziosa.
RispondiEliminati mando un bacione
Grazie cara, sono contenta che ti sia piaciuto. Un bacione anche a te!
RispondiEliminaImpossibile non leggerlo tutto fino in fondo...altro che lungo! Mette una frenesia addosso.... Complimenti. Manuelarossa
RispondiEliminaah sono contenta che ti sia piaciuto!
RispondiEliminaGrazie! Vu