Sabato mattina d'inverno, mi aggiro in casa con quella
indolenza delle giornate fredde in cui non pensi neanche a mettere il naso
fuori dalla porta. Decido di fare un lungo bagno caldo, rilassandomi nell'acqua
nella quale adoro crogiolarmi. Mi piace immergermi fino alle orecchie, sentire
il calore sul collo e i suoni ovattati. Pace totale. Le punte dei miei seni che
emergono dall'acqua dopo un po' si raffreddano.
I capezzoli irrigiditi sono due guglie rosa sopra grandi colline opalescenti.
Li stringo tra pollice e indice, prima delicatamente, poi esercito con i polpastrelli
una pressione maggiore fino a farli sbiancare, fino a sentire il ventre che si
contrae. Pigramente una mano scivola nell’acqua calda raggiungendo il ciuffo di
peli. Dita che scivolano nell’umido bagnato. Brividi. Mi rigiro dall'altra
parte smuovendo l'acqua.
Il suono di un sms mi risveglia dal torpore. Quanto tempo è
che sono qui dentro?
Un getto d’acqua sulle spalle fa scivolare via i residui di
sapone e poi… sono fuori da questo tepore avvolgente. Allungo una mano e prendo
il telefonino "Passo un attimo da
te" Sorrido leggendo la scritta perché so che non sarà un attimo. “tra
quanto?” rispondo “ sono vicino a casa tua. Che ne dici se rimango a pranzo?” “ok
però non ho molto in cucina”
Sono ancora in accappatoio, i capelli umidi e raccolti, devo
scegliere se vestirmi o preparare qualcosa da mangiare, e conoscendoti so che dopo avrai fame, tanta fame. Un po’ di crema sul corpo e sul viso, una riga
di eyeliner e poi in cucina, di fronte
al frigorifero semivuoto.
Qualche formaggio, insalata, e un piccolo barattolo di pesto
fatto in casa. Uno scrigno di aromi
estivi, basilico coltivato in terrazza che ancora resiste al freddo, pecorino,
parmigiano e qualche pinolo. E naturalmente aglio. Adoro i sapori semplici ma
definiti, netti. E naturali.
“Spaghetti al pesto?” digito sulla tastiera. “ Meglio riso”
Il tempo di mettere sul fuoco la pentola piena d’acqua,
portarla a bollore e versarci il riso mentre nel frattempo ho apparecchiato la
tavola in cucina, così tengo d’occhio il fuoco.
Scostando la tendina ti vedo arrivare, con la tua falcata
inconfondibile, lo sguardo altero. Sollevi il viso e mi sorridi. Pochi minuti e
sei qui…. Ti apro la porta con il cuore in gola, una goccia ormai fredda d’acqua
scivola da una ciocca dei capelli lungo la mia schiena.
Il tuo abbraccio stretto stretto da farmi mancare il fiato.....
“ Il riso l’ho appena buttato, ci vorrà almeno un quarto d’ora…
hai fame?” – dico mescolando l’acqua di fronte al fuoco.
Mi sei alle spalle, avvolgendomi in un abbraccio la tua mano
poi si posa sulla manopola del gas… la giri e la fiamma si spegne. “Ma quale
fame, questo lo mangiamo dopo!” –
“ Ma il riso così si incolla!”
“Sssshhh…. “ mi abbassi l’accappatoio liberandomi il collo…
i tuoi denti affondano nella mia carne… e in un attimo la spugna scivola dalle
mie spalle…
“Tu pensi che sia venuto per mangiare?
Non faccio a tempo a risponderti che mi ritrovo con la tua
carne in bocca… spinta in fondo alla gola… e poi subito dopo appoggiata al
tavolino della cucina sotto i colpi del tuo cazzo.
Eh si… mi piacciono proprio le sorprese!
come direbbe la Parodi... cotto e mangiato :D
RispondiElimina:-) esatto! stavo infatti per aprire una parentesi sul pesto!
RispondiEliminaQuanto odio il riso che si incolla....
RispondiEliminaPerché si DEVE incollare, mica si può fare di corsa questo antipasto!
sai che non era mica incollato? Anzi un po' duretto... il riso intendo!
RispondiEliminaE' che l'avevo proprio appena buttato in pentola
Comunque ci saremmo mangiati di tutto lo stesso :-)