Voglio raccontarvi come tutto ha avuto inizio. Anni fa mi
trovai per lavoro a Bologna, sarei dovuto rimanere anche la notte e così la
sera andai a mangiare in un ristorante che mi avevano indicato in albergo.
Era un locale elegante, ben arredato e accogliente, con luci
soffuse e pochi tavoli ben disposti dove erano sedute prevalentemente coppie. In
un angolo un po’ appartato ce n’era una che
attrasse il mio sguardo, poiché la donna mi colpì particolarmente. Aveva
lunghi capelli scuri che le incorniciavano il viso e il seno generoso era
trattenuto a stento da una camicetta
trasparente e molto aderente che faceva intravvedere il reggiseno di pizzo
sotto. Mi sono domandato come il marito
la lasciasse uscire vestita così. Nonostante l’abbigliamento non era volgare,
ma certamente molto provocante. Vedevo i camerieri che facevano a gara per servirla e
notavo lo sguardo orgoglioso del marito quando le occhiate indugiavano sulla
sua scollatura. Incuriosito mi sedetti al tavolo più vicino da dove potevo
vederli bene. Lui sembrava pendere dalle sue labbra. Era un uomo piacevole, ben
vestito, e da quello che intuivo sembrava molto affettuoso e gentile con
lei. Fu così che casualmente, con la
scusa del brutto tempo attaccai bottone con lui. Entrambi ci lamentammo del
freddo, delle stagioni che non erano più le stesse… le solite cose che si
dicono in questi casi. Intanto cominciai
a lanciare occhiate su di lei.. i nostri sguardi si incrociarono mentre fingevo
di interessarmi alla conversazione con lui. Ad un certo punto, come se non
bastasse la trasparenza, mentre parlavo con il marito lei, non vista, si sbottonò
un po’ la camicetta e il reggiseno push up le fece letteralmente esplodere
la carne. Ma allora lo faceva apposta a provocarmi, che troia! Mi aveva fatto
drizzare il cazzo con quel gesto, era imbarazzante parlare con il marito con il
cazzo duro nei pantaloni. A un tratto lui mi invitò a unirmi al loro tavolo. Io mi andai a sedere più vicino a lei che a
lui e vidi benissimo che nell’alzarmi lei buttò lo sguardo proprio fra le mie
gambe e sicuramente notò la mia erezione. La cosa si faceva interessante…
Io ero talmente preso
che durante la conversazione guardavo lei senza curarmi più di lui. Aveva degli
occhi scuri che parlavano e sembrava mi dicessero che voleva essere sbattuta
subito, su quel tavolo. Chissà se il marito se la scopava, pensai… da come si
comportava sembrava avere una voglia atavica di cazzo. Che peccato…tutto quel
ben di Dio sprecato! Ero preso da tutti questi pensieri mentre il cazzo pareva
esplodermi nei pantaloni, e diventava difficile sostenere la
conversazione. Fu soltanto in un momento di pausa che lui si
accorse che la moglie si era aperta ancora di più la camicetta e disse:
- “Ma insomma cara stai attenta, ti si vede
tutto” ma il tono che aveva non sembrava di biasimo, ma al contrario quasi
compiaciuto.
A quel punto io gli feci i complimenti per la sua bella
moglie, e lui mi disse:
- “ Ah si, le piace? Non trova che però sia troppo scollata?”- “Però sa molto bene come valorizzarsi,,” Gli risposi.
Lei a quel punto disse: “ma che signore gentile…” e mentre
pronunciò questa frase fece cadere la forchetta a terra. Io mi chinai per
raccoglierla, lei si alzò e quando si rimise seduta capii che aveva spostato
leggermente la sedia tanto da trovarsi ancora più vicino a me, quasi a
sfiorarmi. Il marito era dall’altra parte del tavolo e sorrideva. Subito dopo
sentii che mi aveva poggiato una mano sulla coscia e cominciò a toccarmi. Io
feci lo stesso con lei, aveva una gonna a tubino nera appena sopra il ginocchio
e riuscii a tastarle la carne bianca. Poco dopo mi poggiò la mano sul cazzo che
non vedeva l’ora di essere liberato. E lei lo fece! Con totale noncuranza del
marito e dei camerieri, lentamente mi abbassò la cerniera e me lo tirò fuori,
avendo cura di spostare la tovaglia per nasconderlo alla vista. Il mio cazzo durissimo era nella sua mano
mentre ero di fronte al marito e cercavo di dire qualche parola. Era una
situazione eccitantissima! La troia ci sapeva fare davvero, me lo pompava su e
giù e intanto sorrideva al marito cornuto. In quel momento capii tutto. Non
avevo più bisogno di parlare con lui per distrarlo anche perché non ci sarei
riuscito dato che avevo cominciato ad ansimare visibilmente. Sentivo la sborra
salirmi e lei proprio in quel momento si fermò dicendo:
“Scusa amore devo andare un momento in bagno. Con permesso…”
Alzandosi rivelò delle scarpe rosse al limite della decenza,
avevano un tacco a stilo altissimo e lacci che le cingevano la caviglia e il
polpaccio. Mentre si avviava verso il bagno posai lo sguardo sul suo culo ben
tornito che ancheggiava fasciato dalla gonna stretta. Sapeva decisamente come
far drizzare i cazzi quella donna!
Rimase nel bagno per un po’, così io capita l’antifona, dissi:
“Se vuole vado a vedere se va tutto bene” e lui mi rispose: “E’ davvero gentile da parte sua”
La raggiunsi. La porta era aperta e la trovai nell’antibagno, davanti allo specchio
che si metteva il rossetto: “La aspettavo” mi disse sorridendomi. Mi avvicinai e senza dire niente da dietro le
palpai a dovere la carne. Le tenevo il
seno da sotto facendole sentire la
durezza del cazzo sotto i vestiti appoggiandoglielo dietro, strusciandolo sul
culo.
Non vedevo l’ora di sbatterla su quel lavandino ma invece
lei mi fermò dicendomi: “Aspetti un attimo…” e tirò fuori dalla
borsetta il cellulare e la vidi digitare per comporre un messaggio. Mi chiesi come caspita le
venisse in mente di mandare un sms proprio in quel momento, e lei senza parlare
mi fece guardare: “Vieni a vedere come è gentile questo signore” aveva scritto.
L’aveva mandato al marito!
Poco dopo lui arrivò e la trovò in ginocchio mentre mi stava pompando il cazzo
duro e pieno. Ricordo bene che le disse: “Amore permettimi di ringraziare
questo caro amico” e cominciò a succhiarmi il cazzo guardando lui.
“Certo cara, ringrazialo bene. E’ davvero una persona a modo”
e dicendo queste parole chiuse la porta a chiave. In quel momento non capii più
niente. Lei continuò a spompinarmi per un po’, lo gustava e leccava come se non
ne avesse visto uno da secoli. Pareva volesse mangiarmelo. Avevo il cazzo che
mi esplodeva, volevo scopare quella zoccola. Quindi la feci appoggiare allo specchio e le tirai su la
gonna dicendo a lui:
“Mi permetta di chiavare questa troia da cazzo”
“La prego, la tratti
come merita.”Le tirai su la gonna e
quando vidi quelle natiche bianche, tonde, non resistetti e le diedi un
paio di sculacciate belle forti mentre
le dicevo quanto era troia. Dai sospiri che emetteva lei sembrava gradire molto quel
trattamento, era proprio una vacca da monta.
Poi finalmente mi presi il cazzo che aveva voglia di chiavarla a dovere
e lo infilai dentro. Entrò come un coltello nel burro da quanto era fradicia.
Lei cominciò a ansimare, a gridare mentre diceva al marito quanto era grosso,
quanto le piaceva il mio cazzo: “Amore guarda che bel cazzo duro, come me lo
mette dentro. Mi riempie tutta!”
Lui si avvicinò per guardare bene e disse: “Si tesoro
prendila tutta quella carne di cazzo. La prego la sbatta per bene. Mi piace
farla contenta”
Quelle parole mi eccitarono ancora di più, il contrasto tra
la loro formalità verbale e il fatto che mi stessi scopando la moglie davanti a
lui, Dio se era eccitante! La pompai per bene, fino in fondo, sbattendola a
lungo contro il lavandino e facendola venire diverse volte. La troia non
sembrava saziarsi facilmente. Per fortuna nessuno venne a disturbarci. Io lo
tirai fuori un attimo prima di sborrare
e lei disse:
“ lo faccio sborrare ora, guarda!” E me lo pompò
con perizia mentre guardava il marito.
Sentivo la sborra salirmi e allora dissi: “pompamela tutta fuori vacca da cazzo, fai
vedere a tuo marito come sai fare schizzare un cazzo!.”
In quel momento lei aprì la bocca e la prese tutta dicendo,
subito dopo: “che bella sborra calda amore!”
Io ero ancora in trance quando vidi lui baciarla sulla
bocca, riconoscente.
Ci ricomponemmo un po’, poi uscimmo e ci risedemmo
nuovamente al tavolo, finendo la nostra cena.
Lui pagò anche il mio conto, ci salutammo e da allora non li ho più
rivisti e non ho più saputo niente di loro.
Da quel momento la mia vita è cambiata. Non posso più fare a meno delle sensazioni che
provai per la prima volta in quel ristorante. Sono diventato un bull. Ho
conosciuto e giocato con tante coppie ma
loro non li dimenticherò mai.