E’ una fresca sera primaverile e stasera sono
proprio tanto stanca. La metropolitana procede veloce mentre mi riporta a casa
sobbalzando, quando si materializza davanti ai miei occhi l’ultima delle mie
fantasie, quella che da tanto tempo desiderio realizzare: uno splendido,
altissimo e elegante ragazzo nero. E’ in piedi di fronte a me e sta armeggiando
con il telefonino, così posso osservarlo con calma senza essere vista. Indossa
una giacca color carta da zucchero tipo militare con bottoni dorati che gli
segna la figura perfetta, le spalle ampie e la vita stretta, jeans e una maglia a costine bianca che si
intravvede dallo scollo. Un corto codino stretto da un elastico gli lega i
capelli. A occhio e croce dovrebbe avere venticinque anni. Sto già
fantasticando su quelle mani dalle dita
sottili … le immagino stringersi sul mio corpo, sulla mia pelle bianca… E poi
le mie che esplorano il suo petto, scivolano verso la sua cintura… Ma ecco che improvvisamente
mi devo ridestare dal mio sogno ad occhi aperti: Arriva la mia fermata, e anche
lui scende precedendomi. Dopo pochi metri
lo perdo di vista in mezzo alla piccola folla che si allontana verso
l’uscita. Peccato. Io d’altronde non vedo l’ora di cenare e infilarmi a letto,
per cui decido di prendere l’autobus per poche fermate per evitare
di camminare...
Ancora qualche passo ed eccomi alla fermata. Non so
come, forse con quelle lunghe gambe mi ha preceduta ma lo ritrovo lì, anche lui ad aspettare il bus. E’ bello da togliere il
fiato, ora lo osservo bene… La luce del lampione gli illumina il viso
bellissimo, gli occhi scuri brillanti e mentre sono ancora incantata ad
osservarlo lo vedo aprire la bocca per parlare. - “Sei bellissima…”
- “Sei tu bellissimo” pronuncio con un filo di voce
mentre lo vedo avvicinarsi a me. Mi sorride mostrando dei denti bianchissimi e
perfetti. - “Sei come la luna che illumina le stelle nel cielo…” poi deve aver
detto qualcos’altro ma io a questo punto non capisco più nulla…sono persa nei
suoi occhi e ammaliata dalla sua voce dolcissima e dal leggero accento
francese.
-“Sai…- continua a parlare mentre ormai è di fronte a
me - io faccio il modello ed ho sempre intorno a me ragazze magre invece per me
la donna come te è l’ incarnazione della sensualità, della femminilità… sei
proprio bella”
- "Grazie” – rispondo imbarazzata non
aggiungendo altro perché lui nel
frattempo mi ha preso la mano presentandosi e dicendo il suo nome, ed io faccio
altrettanto.- “ Ma tu che fai?- continua- Io aspetto l’autobus solo per due fermate”
- “Due fermate? Anche io, ma dove abiti?”
Quando mi dice il nome della strada non ci posso
credere! E’ una via parallela alla mia.
- “Ma è da poco che sei qui, non ti ho mai visto, ti
avrei notato!” - “No da cinque anni!”- mi risponde.
Mamma mia se penso che questo pezzo di gnocco era a
due passi da casa mia e io non lo sapevo! Devo proprio ringraziare chi mi ha
rubato lo scooter se stasera ho preso la metropolitana allora!- “Beh ora che lo sai potresti venire da me a bere qualcosa” azzarda lui.
La richiesta mi coglie di sorpresa. Non andrei mai a casa di uno sconosciuto, per di più straniero.
- “Ti ringrazio ma guarda sono veramente distrutta stasera…facciamo un’altra volta “
- “ Oh ma io so fare dei bellissimi massaggi, sai?”-
incalza appoggiandomi una mano sulla spalla- “vedrai che ti rimetto al mondo”
So io cosa mi rimetterebbe al mondo! Ma questo non
glie lo dico di certo… poi improvvisamente
ricordo che ho le natiche segnate da vistosi lividi, non mi pare proprio
il caso di farmi vedere in queste condizioni. Ecco a cosa servono certi
“marchi”!
Dopo qualche ulteriore tentativo capisce che non è
il caso di insistere. Mi da il suo numero che salvo sul mio cellulare, lo
compongo subito facendo squillare il suo.
- “Senti che ne dici se ce la facciamo a piedi? Così
chiacchieriamo un po’. Tu accompagni me così vedi dove abito, poi io accompagno
te. ” - Propone lui
- “D’accordo”… improvvisamente non sento più la
stanchezza e mi ritrovo a trotterellare al suo fianco.
Il viale che stiamo percorrendo ha al centro una
zona alberata con qualche panchina. “Passiamo di qui” suggerisce porgendomi la
mano per aiutarmi a salire il marciapiede… Ha dei modi da vero gentleman il
ragazzo, ci sa fare. Quando siamo in mezzo al verde mi si avvicina e chiede se
può baciarmi. Io per risposta appoggio le mie labbra sulle sue, morbidissime
come un cuscino di piume. Pare di baciare una donna… una sensazione incredibile.
Mentre mi bacia mi stringe a sé facendomi sentire la sua erezione… poi si
allontana: - Guardami- dice mostrandomi
il rilievo dei pantaloni. - "Vieni, senti… "mi prende la mano e me la guida sul suo membro eretto, sopra la stoffa dei jeans facendomi constatare le dimensioni e la consistenza. “Adesso non ti va di sentirlo, di vederlo?"
(... continua...)