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domenica 26 maggio 2013

Un dolce cioccolatino


 
E’ una fresca sera primaverile e stasera sono proprio tanto stanca. La metropolitana procede veloce mentre mi riporta a casa sobbalzando, quando si materializza davanti ai miei occhi l’ultima delle mie fantasie, quella che da tanto tempo desiderio realizzare: uno splendido, altissimo e elegante ragazzo nero. E’ in piedi di fronte a me e sta armeggiando con il telefonino, così posso osservarlo con calma senza essere vista. Indossa una giacca color carta da zucchero tipo militare con bottoni dorati che gli segna la figura perfetta, le spalle ampie e la vita stretta,  jeans e una maglia a costine bianca che si intravvede dallo scollo. Un corto codino stretto da un elastico gli lega i capelli. A occhio e croce dovrebbe avere venticinque anni. Sto già fantasticando su quelle mani  dalle dita sottili … le immagino stringersi sul mio corpo, sulla mia pelle bianca… E poi le mie che esplorano il suo petto, scivolano verso la sua cintura… Ma ecco che improvvisamente mi devo ridestare dal mio sogno ad occhi aperti: Arriva la mia fermata, e anche lui scende precedendomi. Dopo pochi metri  lo perdo di vista in mezzo alla piccola folla che si allontana verso l’uscita. Peccato. Io d’altronde non vedo l’ora di cenare e infilarmi a letto, per cui decido   di prendere l’autobus per poche fermate per evitare di camminare...

Ancora qualche passo ed eccomi alla fermata. Non so come, forse con quelle lunghe gambe mi ha preceduta ma  lo ritrovo  lì, anche lui  ad aspettare il bus. E’ bello da togliere il fiato, ora lo osservo bene… La luce del lampione gli illumina il viso bellissimo, gli occhi scuri brillanti e mentre sono ancora incantata ad osservarlo lo vedo aprire la bocca per parlare. - “Sei bellissima…”
- “Sei tu bellissimo” pronuncio con un filo di voce mentre lo vedo avvicinarsi a me. Mi sorride mostrando dei denti bianchissimi e perfetti. - “Sei come la luna che illumina le stelle nel cielo…” poi deve aver detto qualcos’altro ma io a questo punto non capisco più nulla…sono persa nei suoi occhi e ammaliata dalla sua voce dolcissima e dal leggero accento francese.

-“Sai…- continua a parlare mentre ormai è di fronte a me - io faccio il modello ed ho sempre intorno a me ragazze magre invece per me la donna come te è l’ incarnazione della sensualità, della femminilità… sei proprio bella”
- "Grazie” – rispondo imbarazzata non aggiungendo altro  perché lui nel frattempo mi ha preso la mano presentandosi e dicendo il suo nome, ed io faccio altrettanto.
- “ Ma tu che fai?- continua- Io aspetto l’autobus solo per due fermate”

- “Due fermate? Anche io, ma dove abiti?”
Quando mi dice il nome della strada non ci posso credere! E’ una via parallela alla mia.

- “Ma è da poco che sei qui, non ti ho mai visto, ti avrei notato!” - “No da cinque anni!”- mi risponde.
Mamma mia se penso che questo pezzo di gnocco era a due passi da casa mia e io non lo sapevo! Devo proprio ringraziare chi mi ha rubato lo scooter se stasera ho preso la metropolitana allora!

- “Beh ora che lo sai potresti  venire da me a bere qualcosa” azzarda lui.
La richiesta mi coglie di sorpresa. Non andrei mai a casa di uno sconosciuto, per di più straniero.
- “Ti ringrazio ma guarda sono veramente distrutta stasera…facciamo un’altra volta “

- “ Oh ma io so fare dei bellissimi massaggi, sai?”- incalza appoggiandomi una mano sulla spalla- “vedrai che ti rimetto al mondo”
So io cosa mi rimetterebbe al mondo! Ma questo non glie lo dico di certo… poi improvvisamente  ricordo che ho le natiche segnate da vistosi lividi, non mi pare proprio il caso di farmi vedere in queste condizioni. Ecco a cosa servono certi “marchi”!

Dopo qualche ulteriore tentativo capisce che non è il caso di insistere. Mi da il suo numero che salvo sul mio cellulare, lo compongo subito facendo squillare il suo.
- “Senti che ne dici se ce la facciamo a piedi? Così chiacchieriamo un po’. Tu accompagni me così vedi dove abito, poi io accompagno te. ” - Propone lui

- “D’accordo”… improvvisamente non sento più la stanchezza e mi ritrovo a trotterellare al suo fianco.
Il viale che stiamo percorrendo ha al centro una zona alberata con qualche panchina. “Passiamo di qui” suggerisce porgendomi la mano per aiutarmi a salire il marciapiede… Ha dei modi da vero gentleman il ragazzo, ci sa fare. Quando siamo in mezzo al verde mi si avvicina e chiede se può baciarmi. Io per risposta appoggio le mie labbra sulle sue, morbidissime come un cuscino di piume. Pare di baciare una donna… una sensazione incredibile. Mentre mi bacia mi stringe a sé facendomi sentire la sua erezione… poi si allontana: - Guardami-  dice mostrandomi il rilievo dei pantaloni.

- "Vieni, senti… "mi prende la mano e me la guida sul suo membro eretto, sopra la stoffa dei jeans facendomi constatare le dimensioni e la consistenza. “Adesso non ti va di sentirlo, di vederlo?"
(... continua...)

tdx