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lunedì 28 maggio 2012

Maldestra





Sono maldestra, non è una novità.

Maldestra con gli oggetti, con le cose che rompo ed anche con me stessa. Qualche giorno fa, l’ennesima caduta. Beh indubbiamente non si può decidere di fare una passeggiata al parco calzando sandali con zeppa alta e soprattutto con quelle trappole ai piedi scendere per un ripido clivo sterrato. Così sono ruzzolata giù come un pesante masso che si rigira su se stesso.Credo perché non mi sono vista ma oltre che di culo sono caduta anche di tetta. Un rametto sporgente mi si è infilato esattamente in mezzo alla fessura tra una collina e l’altra. Praticamente ho fatto una spagnola in volo ad un ramoscello e poi ci sono caduta sopra con il mio dolce peso. Una roba da specialiste del sesso acrobatico.

Una rapida occhiata alla scollatura per constatare come sulla mia pelle bianchissima già cominciava ad affiorare il blu melanzana e i graffi rossastri di qualche altro rametto impertinente. Ed escoriazioni su una gamba. Me ne sono tornata a casa sanguinolenta e sporca di terra che parevo Uma Thurman quando esce dalla tomba in cui era stata seppellita viva in Kill Bill. Ma lei riesce ad essere bellissima e sexy anche conciata così!

Ora il punto non è questo… il punto è: PERCHE’?

Perché sfascio, rompo le cose, mi massacro franando rovinosamente a terra? C’è qualche psicologo in linea che me lo può spiegare? Mi voglio punire? E di cosa?

Un piccolo resoconto degli ultimi due anni:

Poco prima di Natale 2010 mi lusso il coccige cadendo in casa.

Naturalmente non c’è altro da fare che non prendere antidolorifici e riposo assoluto e... mi dovetti astenere per un po’ pure dal sesso. Ricordo che incontrai il “tagliatore di teste” dopo un mesetto. Nella foga della passione (e per fortuna che disse sarebbe stato dolce. Mah) mi spinse, anzi mi sollevò facendomi sedere sul tavolinetto della camera d’albergo.

- Mi fai male, mi sono lussata il coccige!

- Ah si? Ora te lo rompo io il coccige!

In realtà mi ruppe qualcos’altro…

Tra Natale e Capodanno del 2011 cado di nuovo malamente sulle scale di una chiesa. L’evento viene immortalato dalla mia macchinetta fotografica. Stavo facendo un video ai miei nipoti, sono indietreggiata per inquadrarli meglio e…sbadabam! Intanto il video continuava ad andare da solo mentre mi uscivano strani suoni inarticolati e non si capiva se ridevo o piangevo.

- Che fico zia!!! lo mettiamo su you tube?

Che teneri, eh?

Al pronto soccorso mi dicono che dalla lastre oltre al coccige  si notano segni di una vecchia caduta.

Cribbio! Quella di venti anni fa in casa, arrampicata su una scala pieghevole, quando sono planata sul pianoforte di mio marito! Che… preoccupatissimo… nel vedermi a terra senza fiato dalla botta gridò: - Il pianoforteee mi hai rotto il pianofortee!! (che invece era rimasto senza un graffio)

Ora non resta altro da fare che andarci giù pesante con il Lasonil- che in casa mia non manca mai.- Oggi i segni blu si sono espansi ma i graffi sono quasi scomparsi. E stavolta che è vero… chissà se ci credono che sono caduta. Perché invece sembra proprio che abbia fatto sesso con un lupo feroce con tanto di artigli!

La scorsa estate ero in piscina con un’amica e mentre scostavo ripetutamente il bordo del costume tentando di nascondere le tette e il culo pieni di lividi lei, che sapeva benissimo come me li ero procurati, candidamente se ne uscì:

- Ma dai… non ti preoccupare sembra che sei caduta!

- Caduta? E secondo te sono caduta davanti e di dietro? Quando mai si cade sulle tette?

Ecco oggi posso affermare che si, si può cadere sulle tette e pure sul culo.
Ah ho dimenticato l'incidente con il Quad e il manubrio che mi si pianta sulla tetta sinistra... ma questa è un'altra storia....



Buona giornata…. vado a darmi una passata di Lasonil :-)

P.S. Eccovi svelato il trucco della foto.







sabato 26 maggio 2012

martedì 22 maggio 2012

Ai tuoi piedi






Ti tolgo le scarpe e resto accucciata ai tuoi piedi. Come un gatto mi struscio sulle tue gambe, mi lascio accarezzare la testa, sento le tue mani che mi graffiano la schiena. Poi ti bacio, bacio le tue estremità e risalgo lentamente. Comincio a sentire il tuo odore, quell’afrore che mi fa impazzire. Ti annuso, ti lecco, sono la tua gattina stasera.

Tu riesci a domare l’animale selvatico che è in me, a farmi sentire nelle tue mani… a lasciarmi cadere nel vuoto perché so che ci sei tu ad accogliermi.

E improvvisamente tutto quello che non ci siamo detti, tutte le parole inutili non hanno più senso, ora. Esiste solo il tuo cazzo, la mia lingua e la mia gola che lo riceve. Esisti solo tu.




sabato 19 maggio 2012

Trovata Guendalina!






Grazie a tutti quelli che mi hanno scritto in pvt ed anche qui sul blog aiutandomi a trovare immagini di Sweet Gwendoline, questo è il titolo originale del fumetto di John Willie.

Pubblico alcune immagini, peccato ce ne siano di molto piccole che non è possibile ingerandire senza perdere la definizione.












Domestic slave




mercoledì 16 maggio 2012

Guendalina




Guendalina era un fumetto degli anni 40 Statunitense, rieditato negli anni 70 in una collana che si chiamava l'Olimpo dei Fumetti della Sugar Editore.

dalla rete:
Guendalina, il personaggio inventato da John Willie il cui vero nome era John Alexander Scott Coutts è stato per anni un fumetto segreto, ma ha lasciato non di meno delle tracce importantissime nell’evoluzione del gusto grafico e in un certo stile che abbiamo ritrovato venti anni dopo nelle opere di artisti pop come Allen jones, e anche in certe fantasie pittoriche di Dino Buzzati. La donna perseguitata dal cattivo è un luogo letterario troppo importante perché non lo si consideri, per certi aspetti, desueto: da Bustine di Sade a O eroina della Histoire d’O, un certo modo di vedere la donna come oggetto sessuale ha asciato le sue tracce in tutte le letterature occidentali

Guendalina diventa esageratamente masochista: scongiura continuamente che le stringano forte i nodi, vigila sui suoi aguzzini che cercano in ogni modo di soddisfarla. Le vengono applicati manette, collari, bavagli, senza che le vengano tolte né giarrettiere né calze né scarpe a spillo né guanti.


Un po' di tempo fa mi è tornata in mente vedendo una foto. Io ero una bambina allora, ma ricordo mi sconvolse non poco. Girava per casa insieme ad altri fumetti di quella collana: Blondetta e le altre pupe battagliere e Le artiste della fuga. Ma era sopratutto Guendalina che mi attraeva.

Credo di avere provato le mie prime eccitazioni mentali... non so, avevo timore ed al tempo stesso mi incuriosivano quelle immagini. Quello che maggiormente ricordo sono gli abiti in pelle, i tacchi altissimi e lei spesso legata da altre donne, qualche volta vestita da cameriera. Chissa se mio padre si rendeva conto di cosa avrebbe potuto provocare quel fumetto, era lui che l'aveva comprato.  Non c'era niente di pornografico, mi pare non ci fossero scene di nudo però aveva una particolare attrattiva per me.  Ho cercato in rete delle immagini ma ho trovato solo la copertina, mi piacerebbe ritrovarne qualcuna, se ne avete notizia.





martedì 15 maggio 2012

La tua assenza

La tua assenza



è diventata un vuoto in cui mi sento sprofondare.

La tua voce non basta a colmarlo

Mi mancano le tue mani, il tuo odore, la tua pelle,

i tuoi denti che stringono la mia carne,

mi manca tutto di te.





domenica 13 maggio 2012

Non sono una mamma



Non sono una mamma e non lo sarò mai. Ho ormai elaborato questa condizione da diversi anni, e nonostante ami tantissimo i bambini ora sono convinta che è stato meglio così. La mia vita sarebbe stata completamente diversa se avessi avuto dei figli, forse non mi sarei separata da mio marito, forse avrei ancora quella casa… e forse non avrei fatto le esperienze che ho fatto. Forse non sarei stata neanche una madre affidabile. Troppo distratta, troppo concentrata su me stessa. Ho avuto il privilegio però di godermi i momenti migliori dei miei quattro nipoti, quelli del gioco, dello svago. Ho insegnato ad alcuni di loro a leggere e scrivere prima che andassero a scuola, ad amare la musica, il teatro. Sono stata la zia delle cuscinate serali e dei giochi in acqua, dei lunghissimi bagni in mare che mi lasciavano stravolta la sera. La zia delle favole della buonanotte quando le mamme non c’erano, dei giri in scooter con il caschetto giallo al ritorno da scuola. La zia morbidosa delle coccole.


Ed oggi questo pensiero lo dedico a voi. Siete le persone che amo di più al mondo.

La vostra zia-mamma

sabato 12 maggio 2012

Giorgiana Masi




35 anni fa, il 12 maggio 1977 la diciottenne Giorgiana Masi moriva a Roma, a Ponte Garibaldi durante una manifestazione uccisa da un colpo di pistola sparatole alle spalle.

Ponte Garibaldi il giorno dopo


Quel giorno lo ricordo bene, ero poco più di una bambina e mi trovavo a casa di una amichetta proprio dietro P.zza Navona dove si stava svolgendo la manifestazione non autorizzata dei Radicali. La piazza era picchettata in tutti gli accessi da celerini in tenuta antisommossa e lacrimogeni. Noi affacciate alla finestra eravamo proprio di fronte ad uno di questi accessi, e vedemmo una ragazza che prima si avvicinò a loro, disse qualcosa, poi proprio mentre se ne andava, voltando loro le spalle fu raggiunta e manganellata. Senza un motivo. A quel punto urlammo tanto forte che i celerini si voltarono verso l’alto,si avvicinarono e ci puntarono contro la finestra i lacrimogeni mentre la sorella più grande della mia amica urlava: Assassini!

 qui ho trovato una cronaca dettagliata di quel giorno dove si dice, che alle ore 16 poco più in là vicino Campo de’ Fiori furono lanciati lacrimogeni verso le finestre a cui erano affacciate persone.
Che cosa ha scatenato la follia quel giorno? Tanto da arrivare a colpire cittadini dentro le loro case?Io ricordo anche una signora anziana nascosta dietro una macchina, mentre il fumo acre saliva verso l’alto.

La tensione in quegli anni, in quei giorni era altissima. Ancora non si sapeva niente di quello che era successo a Ponte Garibaldi, ma riuscii a tornare a casa solo la sera, ricordo che era buio, con mia mamma che valicò Corso Vittorio come se fosse una linea di confine di una frontiera nemica. Eppure abitavo a poche centinaia di metri dalla mia amica. Di fronte ai miei occhi di bambina si aprì lo scenario incredibile di Piazza della Cancelleria come un campo di battaglia, nel buio il fuoco dei lacrimogeni ancora fumanti e bossoli di proiettili in terra.

Piazza della Cancelleria al pomeriggio. Alla sera era un tappeto di lacrimogeni e bossoli.
Quei barattoli per terra dovrebbero essere i contenitori del fioraio del vicino Campo de' Fiori,
probabilmente usati per lanciarli.

Il giorno dopo notammo anche dei segni di proiettile sui banchi del mercato di Campo de Fiori. Li avevano cerchiati con del colore rosso. Per anni sono stati lì a memoria di quel giorno.

Segni dei proiettili sui banconi chiusi del mercato di Campo deì Fiori.
Ce ne erano anche diversi ad altezza uomo.

E sui giornali per la prima volta si parlò di infiltrati, uscirono le foto dei poliziotti nascosti dietro le macchine durante gli scontri con le pistole in mano. Erano gli anni di Kossiga (così veniva scritto il suo nome sui muri) Ministro dell'Interno e degli scontri durante le manifestazioni non autorizzate del sabato. Abitare al centro di Roma, proprio vicino Piazza Navona dove terminavano tutte le manifestazioni significava vivere in questa tensione quotidianamente. Le bombe di notte alla libreria Uscita di Via dei banchi Vecchi che ci facevano svegliare, gli assalti  all'armeria di Via Giulia. Ci  eravamo quasi assuefatti alla guerriglia urbana. Erano gli anni di piombo.

Il poliziotto Santone infiltrato ed armato travestito da dimostrante con borsa di Tolfa

A distanza di 35 anni l’omicida di Giorgiana Masi non ha ancora un nome.

Ho trovato questo commento su un blog che esprime perfettamente quello che ho provato io quel giorno. La perdita dell’innocenza.

Credo che l’omicidio di Giorgiana Masi sia stato per me qualcosa di simile a quello che – un paio di generazioni dopo – per molti è stato Genova 2001: la perdita dell’innocenza, la rabbia frustrata, la riflessione sulla violenza

tdx